Fattori

Di Caterina Giojelli
10 Giugno 2004
Danny Quinn ha ritrovato una grande fede.

Danny Quinn ha ritrovato una grande fede. A munger le vacche accade anche questo, il dramma è capire quale strano atomo agreste abbia portato il cuore dei realitydipendenti de “La fattoria” ad eleggerlo il super-fattore dell’anno. Super-fattone, al massimo: in mezzo a tutta quell’erba c’è da chiedersi cosa fumassero nel 1870 gli allegri contadini, se non altro per riuscire a dormire con Silvia Rocca e digerire col karma di Luce tutta mohican style. Sciolte le vesti (quali vesti?) di peperina, la Selen internazionale s’è infatti calata le braghe (quali braghe?), ha ripristinato il suo nome di battesimo e s’è infilata in abito-mongolfiera, ma ha mantenuto tutto il suo charme (quale charme?) grazie a scalpo rasato e coda di cavallo. Già, i cavalli. Se la Protezione Animali è ufficialmente in vacanza – le oche tormentate dall’inguardabile Solange – il Moige lavora a tutto spiano – il Baffo e il suo bestemmione esiliati dal ranch televisivo. Ma le gabbie aperte rimangono tante, troppe (la Rettore come “Highlander”), e non consola l’immediata defezione della Vento nostalgica del plexigas, la roba da matti è doverci spingere out dallo Stivale per rinvenire un po’ di sana educazione. Da fedigrafo a galantuomo, il laconico Doucret made in Francia miscela buone maniere e italiano perfetto (infatti è assente la comunicazione con la Floriana nostrana), mentre la ex signora Aeroplanino Rita Montella atterra sul vero spettacolo del programma: sangre y calor, il cubano Milton. Perché Cuba è una garanzia, tanta voglia di mare e buoni ideali, per dirla alla Guccini: «“Che” Guevara era morto, ma ognuno lo credeva che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva».

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