
Favelas
Alcuni anni fa, una coppia di nostri amici milanesi, entrambi dediti alle altre persone attraverso la Fondazione “Umano Progresso”, scoprono le favelas di Salvador di Bahia. Non sono le più grandi del Brasile e dell’America Latina, ma sono impressionanti palafitte sull’acqua, escrementi a cielo aperto, colera, analfabetismo… A Bahia e incontrano i rappresentanti della comunità di favelados. Costruiscono un ambulatorio e una scuola materna, aiutati da Pina Gallicchio e da alcune altre Memores Domini. Viene coinvolta l’Avsi che sviluppa un progetto di ricostruzione di una parte della favela. Oggi c’è l’ambulatorio, c’è la scuola materna, è finito il primo progetto. La banca Mondiale finanzierà un progetto per la ricostruzione di tutta la favela. Ma il fatto strano è questo: la Banca Mondiale ha interpellato l’Avsi perché ha visto qualcosa che non aveva trovato altrove. I favelados sono protagonisti di questa ricostruzione, non contro ma insieme agli europei, in una “strana” comunità. Come è possibile questo quando tutti i no global, adoranti l’idea di povero, non ci sono mai riusciti ne’ a Porto Alegre, nè a Seattle, nè a Genova? Dice Manzoni: è più facile mettersi al di sotto di uno che mettersi alla pari, insieme a lui. Per questo ci vuole…
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