FAZIO PARLA, NESSUNO RISPONDE

La relazione del governatore Antonio Fazio all’assemblea della Banca d’Italia indica che il declino del paese risale agli anni Novanta e che vi sono precise responsabilità dei politici che governarono quella lunga stagione, degli industriali e dei sindacati nel determinare il drammatico stato della crescita a livello zero per l’anno in corso. Sul governo si è abbattuta la crisi del sistema Italia per la globalizzazione, la sopravalutazione della moneta unica, il suo costo sociale e politico nel livello dei prezzi, la crisi della Fiat, gli errori delle banche: tutte le difficoltà si sono congiunte in un punto solo come nella madre di tutte le battaglie. Anche per questo l’opposizione, che pur potrebbe chiedere le elezioni anticipate, disponendo ormai di una maggioranza confermata in ogni elezione regionale e locale, salvo Catania e Bolzano, è ben lontana dal chiedere di gestire l’anno della recessione ed è ancora più lontana dall’indicare un programma per farlo. La fabbrica bolognese è singolarmente silenziosa e non sembra produrre altro che qualche nuova imposta. Il bilancio del governo di centro-destra va dunque incluso nel drammatico passaggio del nostro paese a un quadro economico in cui esso è penalizzato e in cui il contributo dello Stato alla ripresa economica passa per una modesta riduzione dell’Irap e del cuneo fiscale. L’opposizione non offre né l’idea di una collaborazione né quella di un’alternativa; essa vive di rendita per le difficoltà congiunte che gravano sul sistema Italia. In questo momento, l’opposizione è impegnata a discutere non dei suoi programmi ma delle sue liste e non si è ancora capita quale sia la differenza programmatica che divide Rutelli da Bertinotti.
Quel che è certo è che l’opposizione non ha unità né nella sua posizione politica né in quella economica. Accade così che il governo di centro-destra, minoritario nel paese, ha tutta la responsabilità dell’anno recessivo e della finanziaria che la esprime. Forse mai come nelle indicazioni del governatore Fazio appare che il problema è ben lungi dall’essere la crisi del berlusconismo, ma una storia decennale che coinvolge i governi della sinistra che hanno accompagnato l’Italia dal ’94. Il dibattito elettorale sarà dunque intrinsecamente falsato dalla volontà della sinistra di attribuire a Berlusconi le cause della recessione: il governatore Fazio ha su questo punto messo le mani avanti. Per ora né governo né opposizione hanno risposto al problema posto non al governo ma alla società italiana dal governatore.

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