Febbre da fieno: una commedia colorata ma poco sofisticata

Di Simone Fortunato
14 Febbraio 2011
Laura Luchetti dirige un film che ha dei buoni spunti, ma che non decolla mai del tutto

Commedia sentimentale e colorata, mai volgare, che vorrebbe fare il verso a Il favoloso mondo di Amélie (Jeunet, 2001). Vorrebbe, perché poi in realtà lo spunto rimane tale e solo in superficie. Due ragazze e un ragazzo: lo sfondo di una Roma solare e colorata; gli interni di un negozio disordinatissimo di modernariato. I tre si rincorrono all’impazzata: Franki (Giulia Michelini) insegue senza speranza il principe azzurro; Matteo (Andrea Bosca) è ancora innamorato della sua ex ragazza diventata gay e Camilla (Diane Fleri) insegue senza troppe speranze Matteo. Un triangolo diseguale che celebra a parole l’amore giovanile, sbarazzino ma non necessariamente immaturo. Peccato che tutto rimanga appunto a parole e la storia, pur ben confezionata e interpretata da tre ragazzi belli e bravi e che aderiscono con schiettezza ai propri personaggi, si indirizzi sin da subito sui binari della prevedibilità (con i troppi cliché messi in campo, non ultimo il personaggio della ragazza gay); dell’eccentricità a tutti i costi per sembrare originale (i caratteristi, il ragazzino e il cliente della parrucca nel negozio, troppo sopra le righe).

 

Il che forse nasce da una preoccupazione legittima: alla regista, Laura Luchetti, interessa e molto scostarsi dal facile filone di Moccia & Co, e in effetti Febbre da fieno, a partire dal titolo stravagante e attraverso anche una certa cura formale inclusa un’attenzione alla colonna sonora, è un oggetto diverso. Ma al film manca ancora tanto per smarcarsi del tutto da una tendenza al ribasso di certo nostro cinema sentimentale: i dialoghi e le situazioni non evitano le trappole del sentimentalismo autoreferenziale e i riferimenti troppo alti (non solo Amélie o Il riccio, ma persino Truffaut), se slegati o, come in questo caso, non ben maneggiati, possono diventare delle armi a doppio taglio. Né carne né pesce: né prodotto popolare basso di facile consumo ma nemmeno quella commedia sofisticata e leggera con cui si vorrebbe sintetizzare il cuore e i sogni di un’intera generazione.

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6 commenti

  1. cassandra

    mi scusi, signor fortunato, visto che lei è così disponibile allora le faccio una domanda:
    ma perchè se parla sempre male dei film continua ad andarli a vedere?
    a. non le piace l’arte cinematografica ma non ha il coraggio di ammetterlo
    b. non li saprebbe fare e quindi, stile “volpe e uva”, critica chi ci prova
    c. le pagano il biglietto e sarebbe un peccato andasse sprecato
    d. ha dei gusti difficilissimi, ma davvero complicati eh. ma in questo caso: qualcosa, nella vita ha il suo appoggio assolutamente incondizionato? no, perchè, giuro, a volte mi domando se qualcosa/qualcuno la riesca mai a soddisfare pienamente. parlo di qualcosa di “mortale”
    se la risposta è no allora io e lei abbiamo davvero qualcosa in comune. però io non scrivo di film…
    cordialmente (davvero)

    1. Simone Fortunato

      Cara Cassandra,
      grazie della domanda.
      Il fatto è che amo moltissimo il cinema e non è vero che stronco soltanto. Anzi negli ultimi mesi, mi sono piaciuti moltissimo: Il discorso del re , The social Network, Il grinta e 127 ore (su cui Tempi cartaceo mi ha dato un paio di pagine un paio di settimane fa). E ancora: Rabbit Hole, il bellissimo Senna, Il truffacuori di cui non ho ancora scritto. E lo stesso Sanctum nonostante qualche difetto. Vedo molti film e quindi è normale che veda film meno riusciti e quindi è normalissimo che venga fuori un giudizio negativo. L’importante, mi sembra, è che tale giudizio sia motivato e mai lasciato sul vago. Poi tutto si può discutere e criticare. Sul fatto che mi piacerebbe fare il regista e sono un po’ represso. Ho moglie, figli piccoli, faccio l’insegnante, tengo un po’ di cineforum sparsi per la Lombardia e aiuto per come riesco anche Sentieri del Cinema. Davvero non avrei neanche il tempo di fare altro e comunque lo farei male.
      I biglietti non me li paga nessuno, per fortuna vado gratis. Altrimenti dovrei impegnare casa e non solo la casa per pagarmi tutti i film. E sul fatto che niente mi soddisfa, non è vero. Ci sono tante altre cose, al di fuori del cinema, che mi soddisfano assai. Ma forse non è il caso di dirle. Almeno qui.

      ciao, grazie, alla prossima

      s.

  2. Simone Fortunato

    Caro Federico, grazie delle belle parole. Mi sento sempre un po’ imbarazzato di fronte ai miei fan, comunque è sempre un piacere leggere critiche acute e circostanziate come le sue. Anzi: il suo impegno, la sua attenzione, la sua intelligenza nell’andare ben al di là del facile pregiudizio sono uno dei motivi che mi spingono ad andare avanti in questo lavoro, a vedere sempre più film, e a scriverne, per come riesco, cioè spesso male. Magari non saremo d’accordo su molti aspetti, come lei ha correttamente fatto notare nella sua impeccabile analisi, ma su una cosa davvero non posso che concordare con lei. Che devo chiedere un bell’aumento. Sarebbe bello incontrarsi, un giorno, faccia a faccia. Mi venga a trovare nella multisala dove lavoro alle porte di Milano. Ogni giovedì faccio un bel cineforum. E avremmo dannatamente bisogno di una persona come Lei.

  3. Simone Fortunato

    Caro Federico, grazie delle belle parole. Mi sento sempre un po’ imbarazzato di fronte ai miei fan, comunque è sempre un piacere leggere critiche acute e circostanziate come le sue. Anzi: il suo impegno, la sua attenzione, la sua intelligenza nell’andare ben al di là del facile pregiudizio sono uno dei motivi che mi spingono ad andare avanti in questo lavoro, a vedere sempre più film, e a scriverne, per come riesco, cioè spesso male. Magari non saremo d’accordo su molti aspetti, come lei ha correttamente fatto notare nella sua impeccabile analisi, ma su una cosa davvero non posso che concordare con lei. Che devo chiedere un bell’aumento. Sarebbe bello incontrarsi, un giorno, faccia a faccia. Mi venga a trovare nella multisala dove lavoro alle porte di Milano. Ogni giovedì faccio un bel cineforum. E avremmo dannatamente bisogno di una persona come Lei.

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