Fedez, nani e ballerine

Di Emanuele Boffi
03 Maggio 2021
Il problema non è nemmeno il rapper lingualunga, un Narciso senza talento, quanto la sinistra che lo elegge a leader
Il cantante Fedez al Concerto del Primo Maggio a Roma
Il cantante Fedez al concerto del Primo Maggio a Roma

Il rapper lingualunga che non ha voce per cantare, ma solo per fare le prediche, è salito sul palco del concertone del Primo Maggio e, frignando contro ogni censura, ha fatto lo spot alla legge bavaglio.

Il rapper lingualunga, testimonial Amazon (nota cooperativa sociale), con in testa un berretto Nike (altra cooperativa sociale), ha spiegato al concerto dei sindacati e nel giorno della festa dei lavoratori che la vera emergenza è il ddl Zan, assillo che fa trascorrere notti insonni a milioni di disoccupati.

Pensa se non lo censuravano

Il rapper lingualunga non sa di cosa parla, ma parla; come se il problema – al pari di quegli altri due fessi di Pio e Amedeo – fossero gli insulti, quando, invece – basterebbe informarsi – il problema è il cuore di una legge inutile che ha il solo scopo di obbligare tutti a conformarsi a un pensiero totalitario.

Però il rapper lingualunga, uno molto onesto, uno che si registra quando fa le telefonate, dice che lo censurano. Lo censurano quelli di Rai 3, noto covo di fascioleghisti, e la dirigente Rai Ilaria Capitani, ex portavoce di Veltroni. L’hanno così censurato che ha potuto sparare a zero contro tutti, sulla tv pubblica, senza contraddittorio. Pensa te cosa gli avrebbero fatto se fosse salito sul palco per dire che “i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà”. Come minimo lo lapidavano.

Fedez leader della sinistra

Ma il problema vero non è nemmeno il rapper lingualunga, un Narciso senza talento che ha trovato un modo astuto per portare a casa la pagnotta milionaria: esporre se stesso, la moglie e il figlio su ogni canale social e in ogni occasione propizia per venderci le sue canzonette, i suoi vestitini, i suoi pigiamini, le sue nevrosi adolescenziali.

Il problema è la sinistra che gli va dietro. Dal tempo dei faraoni, ogni potere ha la sua corte, il suo harem, i suoi nani e le sue ballerine. Per anni gli artisti del concertone del Primo Maggio erano quelli della corte che seguiva il Partito. Questo dettava le parole, loro ci mettevano la musica. Ora i ruoli si sono invertiti, ed è questo che fa scadere la tragedia in farsa.

Foto Ansa

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