FEMMINISTI

«Da grande voglio fare la maschilista», alzo gli occhi dalla tv e guardo l’oggetto del babysitteraggio, che seria seria beve il succo davanti ai cartoni di Winnie Pooh. «In che senso?», «che giochi a calcio, e poi non piangi mai come quella stupida di Pimpi». Le faccio presente che Pimpi è un maiale, e anche se non ha altro scopo nella vita che frignare su un orsetto e una tigre di pezza, è un maschio fatto e finito, gli danno del “lui”. «Impossibile», risponde la maschilista. E io capisco cosa vuole dire. Essere un maialino, rosa shocking il cui ruolo determinante nel cartone è piangere di sé e della cattiveria del mondo, ti dà da pensare. Se poi la decantata ingenuità dei bambini ti sostiene – «ma come fai ad esserne sicura?», «sono sicura che quello non è un maschio» – ti senti accerchiata, mica puoi vedere ombre gay anche davanti a Winnie Pooh! «Sei così sicura solo perchè è tenero, a differenza del terrorista di tuo fratello.». «Ma quale tenero! Sono cent’anni che fa i cartoni, sarà pure un vecchio maiale!», cambia canale «metti le Winks, o le Bratz: sono femmine ma fanno le battaglie loro, e non hanno bisogno dei maschi! Si salvano a vicenda!». Cita vari cartoni: quello è un maschio, quella è una femmina, quell’altra una maschilista. E Pimpi? Ci pensa un po’: «Un femministo!».

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