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«Fermiamo l’esecuzione dei sei libici convertiti al cristianesimo»

Di Giancarlo Giojelli
18 Marzo 2024
David Gerbi, rappresentante in Italia del Consiglio supremo degli Amazigh, popolo perseguitato in Libia: «Con il reato di apostasia il paese tradisce la libertà religiosa che pure la Costituzione riconosce»
Una bandiera della Libia sventola nel centro di Misurata
Misurata, Libia, dicembre 2022 (foto Ansa)

Colpa: essersi convertiti al cristianesimo. Condanna: la morte. Fucilati o impiccati. Sono sei i libici che attendono da un anno l’esecuzione, come ha raccontato Avvenire a fine febbraio. Il fatto stesso di essere diventati cristiani è stato giudicato un attentato alla sicurezza dello Stato libico. Perché l’articolo 207 del codice penale di Tripoli punisce qualsiasi tentativo di diffondere opinioni che mirano ad «alterare i princìpi costituzionali fondamentali, o le strutture fondamentali dell’ordine sociale». Nelle prigioni di Tripoli ci sono altri dodici convertiti al cristianesimo in attesa di giudizio. Arrestati anche loro per apostasia. Anche loro rischiano la pena capitale. Tra loro diversi membri del popolo Amazigh, minoranza perseguitata da sempre nelle regioni sahariane.
I video delle “confessioni”
I sei cristiani arrestati nel marzo del 2023 erano con un missionario di una Chiesa protestante americana, rilasciato e rimpatriato. Loro no, in carcere. L’Agenzia per la sicurezz...

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