
Filotranvieri dei Cobas scioperano per “coinvolgere la società civile contro la privatizzazione del settore”
Per l’ennesima volta, mercoledì 26 gennaio, va in scena uno sciopero di otto ore delle varie categorie di Cobas del trasporto pubblico. E ancora una volta il cittadino dovrà subire una giornata “thriller”, alla rincorsa di tram e metrò, che come la carrozza di Cenerentola, scoccata l’ora, si trasformeranno in zucche immobili.
A parte la completa indifferenza con cui la notizia è accolta nelle pagine locali dei quotidiani, ma come è possibile non alzare il ditino e chiedere umilmente: “Ma perché viene indetto lo sciopero?”. Forse per improrogabili azioni in difesa del contratto e del salario?
Forse in difesa di posti di lavoro concretamente minacciati? Niente di tutto ciò.
Ecco le ragioni che giustificano il blocco: lancio di una battaglia contro i tagli della Finanziaria, sensibilizzazione verso il Governo per un reale investimento sullo sviluppo della mobilità collettiva, coinvolgimento della società civile tutta contro la privatizzazione del settore, denuncia delle “parentopoli” nelle assunzioni nelle aziende di Roma, Napoli e Venezia e raccolta di firme contro gli aumenti delle tariffe.
Capito? Ecco finalmente gli argomenti “epocali”, nascosti puntualmente dai media, che costringeranno tutti ad un’altra giornata campale senza mezzi di trasporto. Cosa si fa in queste situzioni? Si esprime solidarietà o leggermente ci si inc…?
Un finale per la sola zona di Milano: naturalmente da giovedì riprenderanno le battaglie per abbattere lo smog.
Buon divertimento!
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