Tutta la vita che c’è nella fine

Il romanzo di Emmanuel Exitu su Cicely Saunders, l’infermiera che inventò le cure palliative per non dover fuggire davanti alla paura della morte

«Sono i malati a essere indecenti. Sono loro che vogliono essere guardati. Da lei e dal mondo intero. Perché anche loro esistono, sono vivi esattamente come lei e come chiunque altro al mondo. È questo che dà fastidio, è questa la cosa che ai sani come lei dà fastidio». La dottoressa Winter, medico capo della Sanità di Londra ha appena terminato la sua ispezione al St. Joseph, l’hospice di cui è responsabile Cicely Saunders, che a Londra cominciano a chiamare “dottoressa dei miracoli”. Stanno finendo gli anni Cinquanta, e gli ospedali della capitale britannica sono travolti da uno scandalo: il rapporto Gulbenkian ha svelato che i medici inglesi non sanno che farsene dei pazienti per cui “non c’è più nulla da fare”, non potendo guarirli smettono di curarli, li rimandano a casa a morire con dolori insopportabili.
Vivere fino all’ultimo respiro
Al St. Joseph non è così, anzi la struttura dove lavora Saunders ha richieste da tutta l’Inghilterr...

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