Forse siamo d’accordo, anzi no

Di Tempi
21 Luglio 1999
Il compromesso raggiunto in maggioranza parla di fondi generici per le famiglie povere. Ma il Cdu dice di volere il rimborso delle rette. Aspettando il testo di legge la parola all’uomo di Buttiglione all’Istruzione

Intervista a Teresio Delfino Stranamente Teresio Delfino, sottosegretario Cdu alla Pubblica istruzione, al vertice di maggioranza in cui si discuteva l’accordo sulla parità non c’era. L’uomo di Buttiglione alla Pubblica Istruzione era impegnato in commissione, ma, naturalmente, si è tenuto ben informato.

“Sulla realizzazione di un sistema scolastico nazionale con il riconoscimento di una pluralità di istituzioni scolastiche statali e non statali c’è piena consonanza. E anche sui requisiti per ottenere il riconoscimento di scuola paritaria, come sulle modalità e la gradualità con cui inserirli si è trovata una buona intesa. Sulle risorse e sulle modalità dell’attribuzione ci sono invece ancora significative differenze con gli altri gruppi della maggioranza.

Accordo tutt’altro che sicuro, quindi…

Vedremo se nel testo ci sarà una reale affermazione di un sistema pluralista, del diritto alla scelta tra le diverse scuole e, quindi, del riconoscimento degli onori sopportati dalle famiglie. Insomma, va riconosciuto l’investimento della famiglia.

Per esempio, attraverso la deducibilità fiscale?

Quello è un ottimo strumento. Siamo perfettamente disponibili alla gradualità dei provvedimenti compatibilmente alle risorse esistenti e al principio che punta a favorire per prime le famiglie più svantaggiate. Basta che non si tratti di una detrazione fiscale generica che, per esempio, eroghi fondi a tutti indiscriminatamente: il punto fondamentale è il riconoscimento dell’investimento compiuto dalla famiglia nella scelta della scuola.

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