Fragilità

I versi finali della sua lunga tormentata vita, Ezra Pound (1885-1972) li dedica a Olga Rudge, donna che gli fu vicino negli ultimi dieci anni. In una di queste poesie la ritrae, «grande coraggio in fragile corpo» che risale la mulattiera di Rapallo.
Il poeta che ha provato a compiere un’opera pari a Dante, per vastità e novecentesca complessità, che l’ha fallita, così come ha visto fallire le teorie cui si era appassionato, il poeta a cui dobbiamo la forza e la vitalità della miglior tradizione contemporanea di poesia americana e anglosassone, l’intellettuale che fu rinchiuso in un manicomio dagli americani per 13 anni (dal ’45 al ’58) per presunta infermità mentale – in realtà per motivi politici -, ecco, questo gigante della poesia moderna negli ultimi versi vede quella donna e scrive, tra l’altro: «ma contro mali crescenti lei conservò la volontà ferrea del bene».
Mi sono tornati in mente, i versi dell’anziano patriarca, che aveva conosciuto due guerre, aveva compiuto l’errore di valutazione storica, ed era stato addirittura imprigionato dai suoi. Mi sono tornati in mente nella loro semplice incidenza, e con tutto il tuono di vita che hanno addosso, perché anche ora si tratta di quella situazione. Ci sono “mali crescenti”. Cosa serbare in questo mare in tempesta? Così, mentre intorno a noi il mondo va in fiamme, e cresce lo sconforto sotto gli ombrelloni, qualcuno, un poeta, ripete: c’è una volontà di bene, ce ne sono esempi. Conservarli, non già in salamoia, ma servendone la vita, è il modo per impararli. Perchè ci sarà d’aver volontà di ben, ci sarà d’aver volontà di nopn cedere al male e alla disperanza. Ci sarà da doversi salvare dal male che ci verrà addosso e vorrebbe piegare anche la nostro volontà a quell’orrore. Olga, la donna del vecchio poeta, ci indichi la strada, fosse anche scomoda e impervia come la mulattiera di Rapallo. Da dove, dicono, si vede il sorriso del mare.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.