Chi si ritira dal mondo perché ritrova il Padre e chi lo fa perché non lo trova. La crisi demografica che restringe le famiglie pur seminando figli (unici)
Il ritiro è il capolinea della carriera di un atleta, o forse no. Di recente, il capitano della squadra di pallavolo francese del Saint-Nazaire, Ludovic Duée, ha lasciato il campo da gioco dopo l’ultima partita di campionato per cominciare il periodo di postulato per diventare canonico regolare nell’abbazia di Lagrasse. Si è ritirato, ma per accedere a un livello agonistico superiore in cui la partita è aperta al destino complessivo di sé. E ha scelto come allenatore il Padre.
Ritirarsi per stare più al centro, per essere più vivi e presenti, ecco il lato luminoso di un’altra specie endemica di ritiro. In Italia sono più di 100 mila i ragazzi che vivono reclusi in casa, isolati dal resto del mondo. Il ritiro sociale preoccupa non solo le famiglie, ma anche le scuole che stanno confrontandosi con nuovi strumenti di formazione. E lo scopo del sostegno non può essere il semplice reinserimento in quel mondo a cui si sono sottratti perché tutto sputa loro addosso ipotesi di felicità fragilm...