Free contro Google. In Francia si combatte una guerra di bit sulle trincee della banda larga

Di Matteo Rigamonti
05 Aprile 2013
Oltralpe l'Internet provider Free sfida Google per il pagamento e l'utilizzo della banda passante necessaria per vedere video sul web.

Oltralpe si combatte una guerra di bit sulle trincee della banda larga. Google e Free, il secondo fornitore di servizi Internet francese dopo il colosso di Mountain View, infatti, si contendono il pagamento delle porzioni di segnale su cui viaggiano i filmati di Youtbe, il più noto sito web al mondo per la condivisione di contenuti video, che nel 2006 è stato acquistato proprio da Google.

PREPOTENZA GOOGLE. In Francia è da un po’ di tempo che gli utenti di Free – i “freenauti” come li chiamano in patria – lamentano il fatto che utilizzare Youtube nelle ore di punta, quando il traffico dati su Internet è maggiore, è praticamente impossibile. E si chiedevano come mai. La risposta è arrivata da un’intervista concessa da Xavier Niel, il fondatore di Free, alla rivista di settore 01Net Magazine, dove dice: «Youtube e Google credono di avere un tale potere di attrazione da potersi permettere di non pagare per l’eccessivo traffico che generano. Ma questa non è la regola nel mondo di Internet… e noi non abbiamo voluto lasciar correre».
Secondo Niel, che è anche proprietario di Free Mobile (l’operatore di telefonia mobile low cost che quest’anno ha superato i 5 milioni di utenti destabilizzando gli equilibri del settore), nonché co-proprietario di Le Monde, «se non facciamo qualcosa già oggi, i nostri abbonamenti saliranno da 5 ad almeno 15 euro al mese, soltanto per pagare il surplus di banda passante utilizzata da Google». E ha aggiunto: «Meglio una flessione nel traffico dati oggi che un aumento dei prezzi domani. Io, ogni giorno, spero che si possa trovare una soluzione. Intanto, si riduce la possibilità di accedere alle persone, ma almeno si frena la scalata: lo spazio riservato agli accessi di Google ha una certa taglia e non si può ingrandire».

CAMPANILISMI. Nell’attesa che lo scontro volga verso equa composizione (la Direzione nazionale che vigila sulla libera concorrenza, i consumi e le frodi fiscali se ne sta già occupando da tempo), Niel ha proposto una pratica e semplice soluzione agli utenti di Free in cerca di video; una soluzione che, oltretutto, premia l’amor di patria: usare Dailymotion, l’alter ego francese dello statunitense Youtube.

@rigaz1

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