Fuori da New York, l’altro volto degli Usa

Di Lorenzo Albacete
28 Giugno 2001
Ma chi abita oltre la Grande Mela? E come diamine vive? Ritorno a Manhattan (via Maryland e New Jersey) di un newyorkese alla scoperta dell’America di “provincia”. Che in periodo elettorale ritorna interessante…

A mio parere il miglior volo per New York partendo da Milano è quello del tardo pomeriggio, che offre una conclusione più comoda al soggiorno italiano (la maggior parte dei voli per New York partono invece la mattina). Grazie al cambio di fuso orario, il volo del tardo pomeriggio arriva a destinazione di notte, e questo permette di evitare la terribile congestione del traffico tra l’aeroporto e il centro città a mezzogiorno. Tuttavia il volo non arriva esattamente a New York. Atterra nei pressi di Manhattan, ma sulla sponda sbagliata dell’Hudson, all’aeroporto internazionale di Newark, New Jersey. Non è semplice sopravvivere allo shock culturale. Il New Jersey è… il New Jersey. Non si può descrivere. Bisogna farne esperienza. Niente riesce a catturare meglio ciò che il New Jersey suscita nello spirito dei newyorkesi che viaggiare sulla sua autostrada con pedaggio quando uno arriva, ad esempio, da Washington ed è diretto a Manhattan. Lasciandosi alle spalle il centro del potere politico-militare e addentrandosi nel Maryland, si scopre il vero volto del Paese. Mentre si attraversa il porto di Baltimora (dove è stato composto l’inno nazionale) si può godere di una veduta della città, una vera città americana col suo porto affollato e le orgogliose enclave etniche. Qui ha sede la Johns Hopkins University col suo famoso Medical Centre. Di qui si giunge nel Delaware, lo Stato che era rimasto fedele all’Unione durante la Guerra Civile (mentre il Maryland ha avuto qualche tentennamento), e ha poi ratificato per primo la Costituzione Usa. L’attraversamento del fiume Delaware da parte di George Washington è stato uno degli atti più importanti della Guerra d’Indipendenza. Chi abbandona questo Stato può ammirare da lontano i sobborghi di Philadelphia, dove tutto ha avuto inizio. Proseguendo, si oltrepassa l’estremità nord del ponte sulla Baia del Delaware e finalmente, alla sponda opposta, si entra nel… New Jersey. E poi il New Jersey, ancora il New Jersey, di nuovo il New Jersey, durante le interminabili due ore di viaggio su un’autostrada con pedaggio dove la cosa più eccitante sono i cartelli con l’indicazione delle miglia che restano da percorrere per arrivare a destinazione. Finché compaiono le prime tracce di vita e si possono afferrare la sagoma della sommità dell’Empire State Building e delle World Trade Center Towers mentre, lasciando l’aeroporto di Newark sulla sinistra, comincia l’estrema periferia di New York. Uno davvero non riesce a immaginare quali strane creature abitino il resto degli Usa e cosa diamine facciano. Eppure gli abitanti del New Jersey saranno chiamati a un’elezione che avrà rilevanza nazionale. La scelta del governatore. I candidati repubblicani riflettono quelle divisioni del partito che hanno portato i democratici ad assumere il comando della Camera dei Rappresentanti. Il risultato di questa lotta interna forse permetterà di capire qualcosa delle prossime elezioni del Congresso.

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