
Gaddimo
Sfoggio di materia grigia al sabato sera, ovvero come il popolo che pensiamo pensante metta alla berlina Caffarra, e perda qualche neurone all’Infedele. Inodore, incolore, insapore il fascino degli ultrà della filosofia: li muove capitan Severino alla “cacciariana” caccia di presunte parvenze d’intelletto nel Vattimo presente. Mission impossible, direte voi, ma questi sono “nichilisti gay” (ops!) “nichilisti gai”, come gaio è il rapporto, in fatto di omosessualità, del suddetto cui piace alterare Lerner rinnegando i moniti antisodomiti dell’Antico Testamento (non i moniti, proprio l’Antico Testamento) e la metà di analoghi scritti di san Paolo, dal quale «trattengo solo ciò che mi piace». E meno male che lo squadrone filosofico si dice, oltre che gaio, costruttivo, perché qui c’è da cominciare da zero, dalle fondamenta, da chi ebbe l’infausta idea – invece di rimanere un tranquillissimo ateo dall’istinto stragista/suicida – di gettare piccoli coriandoli di felicità nel nulla, tracce di carità e rispetto e – perché no? – anche di punti di riferimento, per cui vale la pena vivere, e alzarsi, e andare in televisione e dibattere con tiepidi anarchici “doc” (d’obbligo cassarli), che avremmo preferito bombaroli piuttosto che profanatori del pensiero bakuniniano. Ma il buon Dio vede e provvede, e oltre che dotarci di senso critico innanzi a tanto zoo, affianca all’opinione di Baget Bozzo – che discute Caffarra, ma mai snatura la più sana e autentica idea di nichilismo – quella di una preside in quel di Bologna, capace di parlare dei suoi ragazzi e del suo impegno educativo. Parole finalmente famigliari, perché sinceramente non ho ancora capito se il tema della puntata era lo scritto di Caffarra, o l’allegro nichilismo del 2004, o i gusti sessuali di Vattimo…
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!