Gay aggrediti al Just In? Storia con molti punti oscuri

Di Chiara Rizzo
20 Marzo 2012
Sabato notte in una discoteca a Verbania quattro omosessuali sarebbero stati aggrediti dai buttafuori. Per gli investigatori «le versioni sono contrastanti e non c'è nessuna denuncia». Tempi.it ha raccolta le testimonianze di alcuni dipendenti che smentirebbero l'aggressione. E uno di loro ha sentito dire: «Ora chiamo Repubblica e vi combino un casino»

Dei video potrebbero chiarire quello che è accaduto sabato notte, intorno alle tre e mezza, nella discoteca Just In di Luino (Va). Così rispondono dal locale a tempi.it, dopo la rissa in cui quattro ragazzi omosessuali sarebbero stati aggrediti perché, stando a quanto ha raccontato il presidente di Arcigay-Verbania Marco Coppola (uno dei quattro), «i ragazzi ballavano sul cubo, quando “identificati” come omosessuali, sono stati insultati, poi costretti a scendere, brutalmente pestati». I quotidiani di oggi ne hanno parlato diffusamente, dando grande risonanza alla versione dei presunti aggrditi. La questura ha disposto la chiusura del locale per 15 giorni, un provvedimento che segue un altro identico del 2008 per altre risse e aggressioni.

Già domenica mattina Paola Concia (Pd) ha promesso di presentare un’interrogazione parlamentare, eppure come siano andate le cose non è ancora così chiaro. Così ripetono i Carabinieri di Luino, che sono intervenuti sul posto sabato: «Le versioni sono contrastanti».
Finora, i dati certi sono tre. Primo: nessuna denuncia è stata sporta quella notte, né il giorno dopo ai carabinieri di Luino, come accade di solito quando scoppia una rissa. Semplicemente, Arcigay ha dichiarato ai giornali che l’aggressione sarebbe stata denunciata all’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori.
Secondo: i carabinieri sono stati chiamati da Marco Coppola intorno alle 3 e mezza («per una lite, non per una rissa», specificano gli investigatori) e la rissa si è svolta sulle scale e all’uscita del locale.
Terzo: tra i ragazzi gay ci sono tre persone ferite, con 20 giorni di prognosi (dovrebbero esserci lievi escoriazioni secondo i carabinieri) e anche uno dei buttafuori è stato visitato in ospedale, riportando solo lievi ferite.

Forse ora i video della discoteca faranno luce sulla vicenda. Il titolare del Just In, stando a ciò che riferiscono alcuni dipendenti, sarebbe stato interrogato dagli inquirenti. I dipendenti riferiscono poi anche altro: «Abbiamo consegnato i video ai carabinieri e alla polizia e si capirà tutto. Dai video infatti si vede chiaramente quello che è successo. Ci si contesta l’omofobia: ma lì si vede che quei ragazzi non l’avevano scritto in faccia di essere gay, non è per quello che gli è stato chiesto di scendere dai cubi. E poi si vedono i nostri buttafuori che tenevano le mani in tasca. Non c’è stata aggressione. In compenso si vede benissimo che è stato aggredito il buttafuori».

Tempi.it ha contattato anche altri dipendenti. Qualcuno lo ha risposto a chiare lettere: «Abbiamo avuto la consegna di non parlare». Qualcun altro, invece, racconta: «Gestisco l’organizzazione della serata. All’interno del locale non mi sono accorto di nulla, come i clienti. Intorno alle ore tre, quattro di questi ragazzi sono saliti sui cubi: mi sembravano abbastanza ubriachi, e hanno reagito in maniera sgarbata quando il buttafuori ha chiesto loro di scendere. Hanno risposto male, urlando. Dopo, non so cosa sia successo. Se qualcosa è accaduto, è successo fuori dal locale. Altri colleghi mi hanno raccontato che il buttafuori è stato aggredito dai quattro ragazzi, che gli hanno dato dei pugni. Hanno inziato loro, dopo di che il buttafuori deve aver reagito. Da quello che mi hanno riferito, anche il buttafuori si è fatto male. A quel punto un mio amico ha sentito una persona che diceva: “Ora chiamo Repubblica e vi combino un bel casino”. In effetti è quello che è successo. La persona ha telefonato subito a qualcuno per dare la notizia ai giornali».

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