
George Alexander Louis, un bimbo atteso come tutti gli altri
Gli occhi acquosi che scatenano discussioni infinite (“ci vede, non ci vede, ma no riconosce solo le ombre”), il viso sezionato da amici e parenti in cerca di somiglianze fino al terzo grado (“la fronte è della mamma, il naso del papà e il taglio della bocca del nonno”), la capacità di ridurre schiere di adulti normodotati in sciocchi generatori di suoni onomatopeici. George Alexander Louis duca di Cambridge è a tutti gli effetti un bambino come tutti gli altri, un essere minuscolo capace di sovvertire il baricentro affettivo di una famiglia. Metteteci il fatto che quella famiglia è una famiglia reale, che la sua bisnonna è la regina Elisabetta, suo nonno Carlo d’Inghilterra e sua nonna Camilla Parker Bowles. Aggiungete che suo padre e sua madre sono il prodotto più pop e amato della monarchia dei Windsor, William d’Inghilterra e la borghese Kate Middleton, e il fenomeno Royal Baby è servito.
Ben prima del 22 luglio in cui ha visto la luce nella Lindo Wing dell’ospedale St. Mary di Londra (dove sua nonna Diana partorì William trentuno anni fa), George ha svolto il compito preciso assegnatogli dall’albero genealogico della famiglia reale. Se infatti a suo padre tocca essere il ragazzo per bene e a suo zio lo scapolo scapestrato, lui deve convogliare intorno alla propria culla ossessione e indignazione. Giusto per non farci dimenticare che, detestata o idolatrata, la monarchia inglese resta indispensabile. Soprattutto al di qua della Manica. Soprattutto d’estate.
Sicché l’obolo hanno dovuto pagarlo anche i sacerdoti più snob dell’informazione, quei notiziari come il Tg La7 di Enrico Mentana, che tutto l’anno si vantano di evitare come la peste i servizi sul caldo (come se alla gente d’estate interessassero più i temporali nel Pd che quelli sulla costa Adriatica) e che tuttavia non hanno potuto evitare di annunciare al mondo la regale nascita. Il fatto che non troppo lontano dai nostri lidi esista un principe in più è talmente esaltante per il popolo che gli intellettuali – e coloro che dal volgo hanno ansia di distinguersi – non possono far altro che indignarsi o stupirsi per la troppa attenzione rivolta a un semplice bambino. Poi, la successione di notizie su sua altezza reale e le sacre leggi del marketing ci mettono il carico da undici. Così George ha dimostrato subito di essere il figlio di sua madre. Kate ha passato gli ultimi anni a far diventare fenomeni dei vestiti da quattro soldi che andavano sold out dopo ogni apparizione ufficiale, suo figlio si è presentato al mondo fuori dall’ospedale con una copertina da 45 sterline presto diventata l’oggetto del desiderio di centinaia di migliaia di puerpere in tutto il mondo.
Ai Severgnini tocca rassegnarsi
Fremono gli italiani all’estero. Quelli che forse leggono “Italians” di Beppe Severgnini e sui forum e le trasmissioni sedicenti colte raccontano il disprezzo per il paese che hanno dovuto lasciare per sfuggire al nepotismo e alla burocrazia e da là, da quelle patrie della meritocrazia dove i loro cervelli hanno riparato in fuga, si dolgono della nostra incorreggibile tendenza ad appassionarci a inutilità assortite e gossippare.
Su Repubblica Francesco Merlo, interrogandosi a lungo sul fascino discreto della monarchia, ha concluso in soldoni che non si può togliere a un’Europa in recessione il gusto di sognare i principi azzurri e di ossessionarsi per le famiglie reali. Perché, nonostante tutte le rivoluzioni sessuali di questo mondo, le nostre figlie continuano a giocare con le Barbie e a vestirsi da principesse. Lo sai, principino George, che non più tardi di un mese fa la prima serata sulla Rai veniva vinta dalla milionesima replica della principessa Sissi?
È nato un bambino come tutti gli altri, per questo enormemente e sproporzionatamente amato e atteso. Di solito a quattro zampe a fare versi per strappargli un sorriso si riducono i nonni. Questa volta c’e un paese intero. Ed è tutto meravigliosamente esagerato e giusto: se non andasse in brodo di giuggiole per il Royal Baby, che paese reale sarebbe?
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2 commenti
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cosa c’è di più normale e di più bello che un uomo, una donna e un bambino\a? e questa immagine dovrebbe diventare ”pericolosa”? spero che diano presto la parola al popolo, quello vero, prima che un propaganda asfissiante soffochi la capacità di guardare con occhi limpidi questa realtà. e severgnini vada a lavare i piatti a londra.
cosa c’è di più normale e di più bello che un uomo, una donna e un bambino\a? e questa immagine dovrebbe diventare ”pericolosa”? spero che diano presto la parola al popolo, quello vero, prima che un propaganda asfissiante soffochi la capacità di guardare con occhi limpidi questa realtà.