La Germania «non è più un posto sicuro per gli ebrei»

Centinaia di episodi di antisemitismo, porte contrassegnate con la stella di David, famiglie terrorizzate di mandare i figli a scuola o di uscire con la kippah. «È come se si fosse aperto un fronte della guerra tra Israele e Hamas nelle strade di Berlino»

«I genitori ebrei hanno paura, semplicemente paura», spiega alla Deutsche Welle il commesso di un asilo nido a Berlino. La scorsa settimana in molte scuole dell’infanzia ebraiche non si sono visti bambini. Leo Latasch, da 37 anni responsabile della sicurezza della comunità ebraica di Francoforte, ha cercato di rassicurare i genitori ricordando che «la guerra è in Israele, non in Germania». Ma ammette di non essersi mai trovato in una situazione simile: la porta di diverse case ebree a Berlino è stata contrassegnata con la stella di David, le famiglie rimuovono il proprio cognome da campanelli e citofoni, «la gente non ha più il coraggio di uscire indossando la kippah», ha spiegato Josef Schuster, presidente del consiglio centrale degli ebrei in Germania, alla tv Zdf.

Non dimenticano, gli ebrei berlinesi, i botti, i festeggiamenti, il fumo delle bandiere israeliane che si sono levati da Neukölln, il quartiere popolare turco, per celebrare l’attacco di Hamas (il Consiglio degli imam della capitale ha dovuto condannare l’esultanza), né le molotov lanciate sulla sinagoga di Brunnenstrasse da due uomini mascherati, o le auto date a fuoco davanti ai negozi ebrei. «Berlino non è più un posto sicuro per noi. A 85 anni dal pogrom vogliono di nuovo che le sinagoghe brucino», ha commentato Gideon Joffe, capo della comunità ebraica della capitale.

Un fronte tra Israele e Hamas anche a Berlino

Negli otto giorni successivi all’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, si sono verificati 202 episodi di antisemitismo collegati alla guerra, per lo più motivati ​​dall'”attivismo anti-israeliano”. «È come se un fronte della guerra tra Israele e Hamas si svolgesse nelle strade di Berlino», scrive Politico. «Il principale campo di battaglia è stato un viale fiancheggiato da ristoranti di pollo e kebab a Neukölln, un quartiere a sud-est della città che ospita molti immigrati mediorientali. Alcuni attivisti filo-palestinesi hanno invitato i manifestanti a presentarsi quasi ogni notte e, come hanno scritto nei post, a trasformare la zona “in Gaza”. Il 18 ottobre, centinaia di persone, molte delle quali adolescenti, hanno risposto all’appello».

Nonostante il richiamo del premier tedesco Frank-Walter Steinmeier a «proteggere la vita degli ebrei in Germania» e la solidarietà assicurata dal cancelliere Olaf Sholz a Israele («La storia della Germania e la nostra responsabilità derivante dall’Olocausto ci impongono di difendere l’esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele»), il venerdì, «giorno della rabbia» proclamato da Hamas e poi da Hezbollah, porta in piazza centinaia di persone con bottiglie, pietre, a caricare la polizia e dar fuoco alle barricate. Molti studenti ebrei rimangono a casa da scuola.

Gli ebrei hanno paura

Con circa 30 mila palestinesi stimati, Berlino ospita una delle più grandi comunità della diaspora al di fuori del Medio Oriente. E in tutta la Germania – che insieme alla Francia ospita le più grandi comunità ebraiche e musulmane dell’Unione Europea – vivono 200 mila ebrei, tra cui molti israeliani. La loro vita comunitaria si svolge abitualmente dietro recinzioni protettive e monitorata da telecamere di sorveglianza. A questo è destinata la gran parte del budget delle organizzazioni della comunità ebraica: alla sicurezza.

Ma l’attacco di Hamas sembra avere dato la spallata definitiva alla fiducia degli ebrei nelle istituzioni tedesche. La polizia mostra il pugno durissimo, arresta decine di manifestanti pro Palestina, aumenta di 400 agenti il personale di sorveglianza di sinagoghe, scuole, centri ebraici, moltiplica le telecamere. Eppure gli ebrei hanno paura, non solo dei terroristi e non solo dal 7 ottobre.

Musulmani, AfD e attivisti di sinistra contro Israele

Secondo gli ultimi sondaggi dell’American Jewish Committee, in Germania i musulmani hanno maggiori probabilità di avere opinioni antisemite rispetto alla popolazione generale, quello che i politici chiamano “antisemitismo importato”, attraverso l’immigrazione da nazioni a maggioranza musulmana. Ma a rivendicare “liberate la Palestina dal senso di colpa tedesco” sono stati anche centinaia di attivisti di sinistra che hanno partecipato all’adunata pro Palestina con un corteo davanti al ministero degli Esteri.

Sulla stessa linea di sinistra e musulmani niente meno che l’AfD: secondo un recente sondaggio, citato sempre da Politico, il 78 per cento dei sostenitori del partito di estrema destra (in ascesa nei lander e che ha riportato una vittoria storica in Turingia) non è d’accordo con l’idea che la Germania abbia un “obbligo speciale nei confronti di Israele” e ritiene che il paese debba superare il suo “culto della colpa”. E il sedicente gruppo “Giovani Nazionalisti” si è unito ai festeggiamenti di Hamas postando sui social media una stella di David macchiata di sangue con la didascalia “Israele uccide e il mondo guarda”.

Attacchi agli ebrei in aumento da anni

In Germania – dove anche la più grande fiera del libro del mondo, quella di Francoforte, è stata boicottata dai gruppi editoriali dei paesi a maggioranza musulmana – i crimini antisemiti sono in ascesa da anni. 3.028 sono quelli registrati dai servizi di sicurezza tedeschi nel 2021 (erano 2.275 nel 2020, un anno dopo il tentato massacro di 51 persone che celebravano lo Yom Kippur ad Halle da parte di un militante di estrema destra). Sul finire della crisi israelo-palestinese di quell’anno, a Bonn, Dusseldorf, Munster ci sono state marce verso le sinagoghe, lanci di pietre contro i vetri, bandiere israeliane date alle fiamme. Nei giorni seguenti alle manifestazioni la polizia tedesca aveva fermato gruppi di giovani adolescenti di soli 15 anni. A Dusseldorf erano stati incendiati bidoni della spazzatura accanto alla lapide che ricorda la distruzione della Grande Sinagoga durante la Notte dei Cristalli. A Berlino una giornalista israeliana era  stata aggredita nel corso di una protesta. La Germania registrava un aumento del 13 per cento dei crimini antisemiti, sei al giorno.

In questi giorni la polizia ha effettuato 174 arresti, 29 di minorenni. Il 7 ottobre a Neukölln, militanti della Rete Samidoun hanno distribuito dolcetti baklava ai passanti sulla Sonnenallee «per celebrare la vittoria della resistenza». La Germania li ha messi al bando, vietando o sedando le manifestazioni pro Palestina. Subito è partita la mobilitazione dei gruppi antimperialisti contro la “repressione anti-palestinese” che impedisce ai manifestanti di brandire cartelli quali «l’occupazione sionista non è solo in Israele, è anche in Germania». In Germania, dove la sera del 22 ottobre sono state lanciate pietre sulla finestra dell’ospedale ebraico a Wedding, Berlino, un allarme bomba ha costretto ad evacuare ieri diversi edifici sede della Zdf a Magonza e i genitori dei bambini ebrei hanno paura di mandarli a scuola.

Foto Ansa
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