Una biografia scritta da Paolo Gulisano racconta a tutto tondo il grande professore amatissimo dai napoletani che sanava non solo i corpi, ma anche le anime
Il ritratto di san Giuseppe Moscati nella chiesa dell’Immacolata al Gesù Nuovo a Napoli (foto Ansa)
Un medico che scrive su un altro medico coglie particolari che sfuggirebbero ai più; se poi il primo è un navigato scrittore, allora il gusto aumenta; se infine la figura sotto i riflettori è quella di un grande santo, si rischia di avere a che fare con una biografia decisamente pregevole. È il caso di Giuseppe Moscati. Il santo medico, libro di Paolo Gulisano con cui le Edizioni Ares inaugurano una collana dal titolo invitante e programmatico: “Un santo per amico”.
Gulisano ha il merito di raccontare a tutto tondo (famiglia, formazione, successi lavorativi, fede, opere) la vita del “medico dei poveri”, nato nel 1880 a Benevento ma formatosi in quella Napoli che lo amerà fino a piangerlo in massa. Il 12 aprile 1927, quando a 47 anni Moscati si spense, il quotidiano della città riportava che «a memoria dei più vecchi cronisti napoletani, non si ricorda una così commovente manifestazione di pubblico cordoglio […] con via Cisterna dell’Olio ...