Hamas ha approfittato degli errori compiuti dal premier prima del 7 ottobre: «Ha spaccato il paese con la riforma della giustizia e ignorato gli allarmi degli apparati di sicurezza». Intervista all'analista dell'Ispi Anna Maria Bagaini
Quando domenica sera Benjamin Netanyahu, con un tweet improvvido, ha accusato i servizi segreti militari e l'intelligence di non averlo avvertito «del fatto che Hamas volesse la guerra» ha compiuto due grossi errori: non solo ha mostrato al mondo intero, nel bel mezzo di un conflitto complesso e sanguinoso, che i vertici di Israele sono ancora divisi. Ma ha attirato i riflettori sui propri errori politici, compiuti prima del devastante attacco di Hamas del 7 ottobre e che hanno facilitato la vita ai terroristi islamici. Il premier ha poi cancellato il tweet, ma si è guardato bene dal soffermarsi sulle proprie responsabilità. Che sono tante, come spiega a Tempi Anna Maria Bagaini, analista dell'Ispi.
Intelligence ed esercito israeliani hanno commesso degli errori, come denunciato dal premier Netanyahu?
Non c'è dubbio, è evidente a tutti e del resto i vertici degli apparati di sicurezza e intelligence hanno già ammesso le loro responsabilità, non essendo stati in grado di prevedere, cont...