Gli scout non dovranno più promettere di amare Dio. Ma alcune associazioni si oppongono

Niente più Dio nel giuramento degli Scout, è stato deciso qualche mese fa. Dal 1° settembre la proposta entrerà in vigore e, nella promessa, al posto di «giuro di amare il mio Dio» si pronunceranno le parole «sarò fedele a me stesso» e «svilupperò le mie convinzioni». La nuova formula, è stato detto, è più in sintonia con l’impegno patriottico che da sempre contraddistingue l’associazione. E una promessa di questo tipo suona come una promessa di fedeltà alla “comunità” di cui si fa parte.

RAGAZZE CRISTIANE. Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Il Telegraph riporta la notizia di un gruppo cristiano di North Folk, in Inghilterra, che non si vuole arrendere e promette di opporsi. Hazel Mitford, guida della chiesa riformata di San Paolo, Jayne Morrison, capo scout, e Alison Ellison, che guida Rainbow, gruppo per giovani ragazze, continueranno a far pronunciare ai loro giovani la promessa originaria a Dio.
In una lettera all’Harrogate advertiser, un giornale locale, hanno espresso sgomento per questo cambiamento, insistendo sul fatto che, in quanto cristiani, continueranno a usare la vecchia dicitura.

PARTE DI CIO’ CHE SIAMO. Nella pratica, però, non è tutto così semplice. La protesta non è piaciuta ai vertici del sottogruppo di scout di cui fanno parte, le Girlguiding, che invece preferisce la modifica: «Girlguiding ha già Dio nel suo nucleo, e chiunque non sia d’accordo con questo è libero di fondare un’altra organizzazione». Ma la Mitford ha risposto: «Rimuovere Dio dal giuramento, e quindi dalla lista degli interessi, rimuove gran parte di quello che siamo». E promette di andare avanti con la battaglia dagli inizi di settembre.