
Gli Usa di George W. Bush. Cosa cambia per l’Occidente
La politica americana cambia: e cambia il mondo che ci circonda. L’equilibrio del mondo si fonda su una sola potenza, gli Stati Uniti, e le variazioni di questa unica potenza sono variazioni del mondo. Rispetto alla presidenza Clinton, esso prende la forma di un ritiro. I Democratici sono storicamente il partito imperiale. I Repubblicani sono il partito nazionale. I Democratici, nel Novecento, hanno sempre fatto la guerra, i Repubblicani la pace. Sono termini che ricordano i partiti della Roma repubblicana: il partito imperiale e il partito senatoriale, Mario e Silla, Cesare e Cicerone. Termina così la politica dell’ingerenza umanitaria, che è stata così rilevante nella presidenza Clinton, anche se aveva preso forma nella presidenza di George Bush, con la no-fly zone dell’Iraq, a tutela del Nord curdo e del Sud sciita. Ciò vuol dire che, gradualmente, gli europei dovranno vedersela con il conflitto balcanico. Saranno gli europei a dover risolvere il problema del Kosovo e della Macedonia. Secondo Condoleeza Rice, i conflitti regionali vanno ricondotti alle potenze regionali. Questo criterio, che finora era stato applicato, disastrosamente, solo all’Africa verrà applicato anche all’Europa. In Europa la Germania è ormai più che un primus inter pares, e ad essa spetterà la maggior parte delle decisioni. Il nuovo governo di centrodestra a Roma avrà un ruolo decisivo, sarà obbligato a una politica estera e anche militare più attiva. La questione cecena non sarà più un elemento della politica americana verso la Russia. Infine Putin avrà mano libera in politica interna, ma non in politica delle esportazioni di armi. La Russia verrà considerata per quello che è, una potenza militare missilistica e nucleare. Come si vede il concetto base è la sicurezza dell’America e dell’Occidente. Intesa in senso stretto. Il punto più delicato della politica di non intervento repubblicano è il conflitto arabo-palestinese. Il processo di Camp David è finito, non ci sarà una pax americana in Palestina. Ci sarà una guerra? Qualcuno pensa così. Israele sa che vincerebbe la guerra, ma che perderebbe la pace. Gli arabi sanno che una guerra condurrebbe alla crisi di tutti i loro regimi. Oggi sono gli Stati arabi e lo stato d’Israele che debbono trattare la pace al rischio della guerra. Il vantaggio di questo metodo è che sono gli Stati arabi, e non solo l’Olp, ad essere coinvolti sul piano della trattativa. Chi può fare la guerra, e solo gli Stati arabi possono farla, può fare la pace. Il metodo della presidenza Bush pone fine a otto anni d’intervento americano nella politica interna ed estera di altri stati. I repubblicani tentano ora la via opposta: e questo cambia lo status di tutti i problemi.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!