
Gli Usa? Sono un super bowl
Scrivo questo articolo supito dopo avere guardato il Super Bowl alla televisione. Non conosco tutte le regole del football americano. Tutte le volte che guardo una partita, cerco di capire che cosa succede dalla reazione degli spettatori. Quando sono eccitati vuol dire che è successo qualcosa a favore della squadra di casa; quando rimangono in silenzio, la squadra ospite ha fatto qualcosa di buono. Ma nel caso del Super Bowl questo non serve, perchè la partita è giocata in territorio neutro, e quindi entrambe le squadre giocano “fuori casa” e hanno grosso modo lo stesso numero di tifosi al seguito. Quest’anno la partita si gioca a Jacksonvile, in Florida, tra gli England Patriots e i Philadelphia Eagles. I Patriots avevano il favore del pronostico, e hanno vinto. Io tenevo per i Philadelphia Eagles perrché, essendo uno yankee tifoso di baseball, detesto tutte le squadre sportive dell’area di Boston, e quest’anno ancora di più, visto che i Red Sox hanno battuto gli Yankees. In più, mi piace tenere per i più deboli.
Tuttavia, comunque la si pensi, è impossibile essere un osservatore della cultura americana senza guardare il Super Bowl. è un momento privilegiato, in cui si ricompongono tutti i pezzi del puzzle. Il Super Bowl spiega perché siamo in Irak. Spiega perché Bush ha vinto le elezioni e anche perché le aveva vinte Clinton. Sia George W. Bush che Clinton si trovano perfettamente a loro agio nell’atmosfera del Super Bowl. Questa volta Clinton era presente allo stadio, accompagnato dal suo nuovo amico Bush padre. Era evidente che Bush padre si sentiva come una banana in mezzo a una danza di scimmie. Ciononostante era lì. Due presidenti americani non è affatto male per una partita di football. Anche la cultura militare è presente, visto che la partita si gioca interamente secondo le regole dei giochi di guerra. E non mancano ovviamente le multinazionali, che spendono somme da capogiro per reclamizzare i loro prodotti. Hollywood appare nel prepartita, nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo e a fine partita con vari mirabolanti spettacoli. Il football un gioco virile in cui atleti di proporzioni gigantesche fanno una simpatica danza quando segnano, baciandosi e abbracciandosi. Anche il moralismo americano è presente e vigile: quest’anno l’intervallo di metà tempo è stato trasmesso con tre secondi di ritardo per evitare che una nuova Janet Jackson lasciasse vedere a milioni di americani una parte privata del suo corpo.
MACHISMO, RAP, RELIGIONE
In realtà il Super Bowl riguarda solo marginalmente lo sport. La National Football League ha la sua sede a New York City, in Park Avenue. Il Super Bowl è uno spettacolo di Broadway rappresentato in un altro teatro. (Ahimè, anche qui a New York viene giocato proprio nel New Jersey, ma il sindaco Bloomberg ha promesso di costruire uno stadio nel West Side, soltanto che incontra l’opposizione di grandi interessi finanziari legati non allo sport ma all’industria dello spettacolo!). Il fatto che il Super Bowl sia diventato il programma più guardato alla televisione in tutto il pianeta dimostra la potenza della cultura popolare americana, dai fast food, all’aggressività, al comportamento eccentrico, al machismo, alla musica rap e alla religione. Sì, anche la religione fa parte integrante di tutto questo. Quasi tutti i giocatori, dopo la fine della partita, si trasformano da violenti mostri in piccoli agnellini e dichiarano solennemente che hanno giocato così bene grazie all’aiuto di Dio, “del Signore” o di “Gesù”.
Sì, il Super Bowl è uno spettacolo irresistibile, volgare e eccitante. In definitiva, non importa se capisci il gioco o se sai chi vince. Ciò che conta è prendere parte alla generale eccitazione e amare lo spettacolo. è l’America.
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