Gola

Ricercatori della Harvard Medical School e dell’Università di San Diego hanno calcolato il tasso di contagio dell’obesità tra persone che si frequentano (più alto se dello stesso sesso): se la persona obesa è un amico si rischia tre volte di più (il 171 per cento) di diventare come lui rispetto a chi non conosce nessun obeso; se si tratta di una sorella il rischio è invece del 40 per cento (risultati pubblicati sul New England journal of Medicin). Secondo il ricercatore Nicholas Christakis il disturbo non è causato da geni o da condizionamenti ambientali, ma dallo stretto contatto con persone obese a cui si è affettivamente legati: «Impariamo inconsciamente ad accettare come normale una forma del corpo che normale non è» (Repubblica, 26 luglio). Quando nel 1971 incontrai quelli di Cl pesavo 72 kg ed ero come oggi alto 1,85 cm. Mi legai affettivamente a tanti amici e approfondendo tali rapporti giunsi in pochi anni a pesare 112 kg. Solo rigidi protocolli medici mi hanno riportato ad una condizione accettabile. Oggi mi trovo davanti a un problema serio: è da oltre 10 anni (da quando cioè ho fondato col direttore e alcuni amici Tempi) che mi sono affezionato a Giuliano Ferrara, leggo i suoi articoli, lottiamo insieme per idee importanti. Vuoi dire che adesso raggiungerò i 150 kg? Peraltro anche il direttore aveva lambito i 100 e solo l’incipiente diabete l’ha costretto a ridimensionare l’affetto. Non mi resta che sperare di innamorarmi, per motivi strettamente medici, di una anoressica.

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