
Governo: domani partono le consultazioni. Le alternative sul tavolo di Napolitano
Iniziano domani le consultazioni al Quirinale. Giorgio Napolitano dovrà vagliare le posizioni di tutti i partiti presenti in Parlamento e decidere a chi affidare l’incarico di formare il nuovo governo. Il compito si presenta difficile, non esistendo una chiara maggioranza in Senato.
DUE OPZIONI POSSIBILI. Il Presidente della Repubblica non ha la possibilità di sciogliere le camere e riportare gli italiani alle urne, perché è cominciato il suo semestre bianco. Ha quindi due sole opzioni davanti a sé: lasciare un po’ di tempo a una personalità politica perché possa trovare una maggioranza stabile per governare oppure tagliare corto e optare per un governo del Presidente. Dichiara il costituzionalista Stefano Ceccanti ad Avvenire: «Quello del governo del Presidente è il varco più probabile per cambiare gli orientamenti, perché attenuerebbe il livello politico dello scontro, riparandolo dietro l’autorevolezza delle istituzioni. E potrebbe anche rasserenare il clima in vista dell’elezione del nuovo capo dello Stato, che seguirebbe di poco (15 aprile, ndr)».
LA PRIMA MOSSA A BERSANI. Pier Luigi Bersani, come leader della coalizione di maggioranza Pd-Sel, avrà il compito di fare la prima mossa con il Capo dello Stato. Per non vedere declinata la sua proposta, dovrà dimostrare di avere l’appoggio non solo alla Camera, dove ha la maggioranza, ma anche al Senato. Per trovare dei senatori disposti a votare la fiducia a un suo governo, avrebbe però ancora bisogno di tempo. L’elezione dei due presidenti delle Camere, Laura Boldrini (Sel) a Montecitorio e l’ex procuratore antimafia Pietro Grasso (Pd) a Palazzo Madama, sono il segno della mossa che sembra voler intraprendere Bersani: spaccare il Movimento 5 Stelle e trovare un manipolo di senatori grillini disposti a votargli la fiducia.
LA CONTROMOSSA DI GRILLO. Beppe Grillo, che salirà al Quirinale per le consultazioni con Napolitano, ha sempre detto di essere contrario a qualsiasi fiducia a un governo del Partito Democratico. Dopo la beffa subita al Senato, dove alcuni senatori grillini hanno sostenuto la nomina di Grasso alla Presidenza, ha deciso di inviare un controllore: Claudio Messora. Il blogger fedelissimo a Beppe Grillo sarà formalmente consulente e coordinatore del gruppo grillino a Palazzo Madama. Sostanzialmente l’incarico affidatogli da Grillo è quello di costruire un fossato per separare i senatori grillini dal resto del mondo politico e impedirgli qualsiasi possibilità di “inciucio” con il Pd. «Il M5s rifiuta i personalismi» ha detto Messora, che ha perdonato l’ingenuità dei grillini soggiogati dalla figura dell’ex Procuratore antimafia. L’importante è che i neoletti non «comincino a fare le star», altrimenti «si torna alla vecchia politica».
IL PDL VUOLE UN PRESIDENTE (DELLA REPUBBLICA). «Il prossimo presidente della Repubblica deve essere un moderato». Come sostenuto da giorni sia da Silvio Berlusconi che da Angelino Alfano, il Pdl è interessato soprattutto a trovare un accordo sul prossimo Capo dello Stato, che sarà in carica per i prossimi sette anni. Alfano ha dichiarato domenica scorsa nel programma Mezz’ora condotto da Lucia Annunziata che il Pdl vedrebbe bene un governo sostenuto da una grande coalizione. Ha ipotizzato, però, un accordo con il centrosinistra. Qualora il Pd accettasse un Presidente della Repubblica eletto, dopo vent’anni di dominio della sinistra, nelle file del centrodestra, il Pdl potrebbe votare la fiducia a un governo Bersani.
MONTI: ININFLUENTE. Scelta Civica ha già dichiarato che non darà la fiducia a un governo sostenuto anche dai grillini. Il partito di Monti risulta, per ora, ininfluente a determinare la composizione del futuro governo, non avendo i numeri per influenzare il Senato, come invece si riteneva prima delle elezioni. In questi giorni, il premier e leader di Scelta Civica è peraltro accusato da più parti di voler fare soltanto il proprio interesse. Ultimamente, infatti, ha chiesto di essere eletto alla Presidenza del Senato, facendosi fermare soltanto dall’altolà di Napolitano che lo vuole a capo del Governo fino alla nomina del prossimo. «Mi sono sentito onorato dalle valutazioni del presidente sul mio ruolo» ha dichiarato il Presidente del Consiglio «ma al tempo stesso un po’ “prigioniero” e mi dispiace che il divieto impostomi dal Quirinale abbia fatto piacere a più d’uno degli “uomini di Stato” subdoli e manovrieri che a volte si ritengono anche depositari esclusivi dei criteri della moralità nella politica».
1 commento
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!