GRAFOMANI MANCINI

Di Fabio Cavallari
13 Gennaio 2005
Gli italiani non scrivono più.

Gli italiani non scrivono più. Abbiamo sentito ripetere questa frase milioni di volte. Si è detto che la tecnologia ha mortificato la verve narrativa del nostro popolo. Gli sms hanno sostituito i biglietti augurali, le e-mail soppiantato le lettere e così via.
C’è qualcuno però che ostinatamente sta cercando di frenare questo trend e a dispetto di tutto e di tutti si è messo ad inviare lettere a destra e a manca. Prodi scrive a Rutelli, Rutelli scrive a Prodi, Prodi risponde al resto del mondo e Fassino, che legge ma non si fa attirare da questa nuova moda, cerca di far da paciere con tutti. Scrivono, scrivono, si ammirano, si accapigliano, arrivano persino a lanciarsi insulti e poi nuovamente ritornano a scriversi. Tutto ciò però non avviene tramite la classica posta ordinaria, i nostri scribacchini parlano attraverso interviste e comunicati stampa, dalle pagine dei più importanti quotidiani e settimanali d’avanguardia. Sono tutte “lettere aperte” quelle che compaiono sulle prime pagine di Repubblica e l’Espresso. Ora, è evidente che se io (sconosciuto collaboratore di Tempi) volessi dialogare con Massimo D’Alema mi ritroverei costretto ad inventarmi un’ipotetica missiva dal fronte, ma se il mio scopo fosse quello di comunicare con Luigi Amicone la via più semplice sarebbe quella di una telefonata. Ed invece no, gli alleati della Grande Alleanza Democratica, la cui forza è rappresentata dall’unità (parole di Francesco Rutelli), utilizzano la corrispondenza in forma pubblica per esaltare la loro immagine all’interno degli schieramenti. Questo è il vero motivo delle lettere ai giornali.
Siccome sembrerebbe stupido consigliare loro di utilizzare forme di comunicazione più dirette, quali la conversazione telefonica o l’incontro in una sede di partito, ci permettiamo di suggerire ai nostri paladini grafomani, un paio di vie alternative. In via sperimentale, l’irrisolta bagarre sul contenitore che dovrebbe sconfiggere la Casa delle Libertà si potrebbe risolvere attraverso un comitato di lettura a pagamento (proprio come quelli di certe case editrici) che testi la validità e la chiarezza delle posizioni espresse. Poi, se proprio vogliono continuare a scrivere allora pretendiamo che si ritorni al caro e vecchio pennino. E mi raccomando: in bella grafia!

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