
Grazie a tutti per la solidarietà, ma noi non siamo Charlie e non siamo omofobi

Dopo la brutta sorpresa di ieri, siamo stati inondati di messaggi di solidarietà, dei quali ringraziamo di cuore. Poiché però da più amici l’attacco che abbiamo subito a suon di spray e cacca è stato messo sullo stesso piano di quello – incomparabilmente più spaventoso e doloroso – che è costato la vita ai redattori di Charlie Hebdo, ci preme tornare a precisare che noi non siamo Charlie.
Non siamo Charlie innanzitutto perché nessuno finora è riuscito a chiuderci la bocca o a impedirci di esercitare la nostra libertà di espressione. Siamo stati insultati con accuse false e puzzolenti, ma se gli autori del gesto non sanno trovare un modo più convincente per esprimere la loro intolleranza nei nostri confronti è peggio per loro, per noi non cambia nulla.
Non siamo Charlie anche perché noi non siamo “merde omofobe” e non offendiamo nessuno. Le nostre idee sulla famiglia e sulla società – che ci permettiamo di ribadire oggi pomeriggio durante l’incontro in Regione Lombardia – sono discutibili come sono discutibili tutte le idee, ma nessuno può sostenere senza mentire che siano “anti gay”, “sessiste” o altre balle del genere, sebbene queste siano esattamente le accuse che nei giorni precedenti la “sorpresina” ci sono state rovesciate addosso da certe associazioni e certi colleghi maliziosi. Ripetere mille volte una bugia e addirittura ingigantirla con la vernice su un muro non servirà a trasformarla in realtà.
Non siamo Charlie perché non siamo “omofobi”, non ci arroghiamo il diritto di disprezzare nessuno, gay o etero, biondo o moro, cattolico, islamico o blasfemo che sia. Pensiamo che sia nostro dovere tentare di amare tutti fino al punto di giudicare – sì, giudicare – le loro parole, le loro pretese, le loro idee, per quanto fastidioso questo possa risultare. Perciò continueremo a “difendere la famiglia per difendere la comunità”. Continueremo a difendere la libertà nella verità.
In ogni caso, se siamo omofobi noi o bugiardo chi ci accusa, ciascuno potrà stabilirlo da sé partecipando al convegno di oggi, ore 15, Auditorium Testori, piazza Città di Lombardia 1, Milano.
Per seguire la diretta streaming dell’incontro clicca qui.
Qui sotto il video dell’intervista del direttore Luigi Amicone a repubblica.it
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14 commenti
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I vigliacchi agiscono nel buio. I coraggiosi vivono nella luce.
JE SUIS TEMPI’
E due! sono già due volte,tra l’altro ieri ed oggi,che vi scrivo a proposito delle scritte contro di voi ma non vedo niente di pubblicato,pur risultando a me regolarmente inviato…come mai?
era per solidarietà non per insultarvi..e dunque!non capisco!!
Caro Maurizio Castellani, questo sito evidentemente ha dei problemi nei commenti: quello che è capitato a te , capita un po’ a tutti. Ci vuole un pochino di pazienza, ma chi la dura la vince !
( Tutto è cominciato con le finezze espresse da certi tizi, ma il sistema anti-spam miete ovunque vittime )
Non potrò assistere all’incontro di oggi, ma non sarebbe possibile filmarlo, in modo da visionarlo da qualche parte?
Auguri, con tutta la mia solidarietà e gratitudine.
Cari amici,io vi avevo già mandato,appena uscita la notizia,il mio sostegno convinto ma non me lo sono ritrovato benché risultasse regolarmente inviato…strano..comunque ve lo rinnovo oggi….
Tranquilli,l’ignoranza ed il pregiudizio per loro natura non si arrenderanno mai ma,in realtà,hanno già perso.C’é un brano di Vasilij Grossman tratto dal libro”Il maestro” che dice:”É questa la loro forza..che il buio risorga!..ed invece si sono sbagliati.Hanno tolto le briglie all’odio e ne è nata la compassione…il mio ottimismo avrà la meglio..”
lì ci si riferiva ai nazisti..io l’ho ripreso da Avvenire dove si parlava dei fatti di Parigi..fatte le debite proporzioni visto che,come dice sempre Avvenire,anche le parole uccidono..credo possa valere anche in questa circostanza.
Sempre con voi!
Caro datodifatto, a te sembra più moderata come posizione scrivere quello che è stato scritto sui muri della redazione di Tempi? Non credo. Come non credo che sia un problema di Tempi “la posizione” di alcuni suoi lettori. Accusi di “teorie” omofobe, quando in realtà non si tratta di teorie ma di libertà di espressione e di libertà di pensiero (e comunque non mi sembra ci sia nulla di omofobo nei loro articoli). E poi, possibile mai che gli omofobi siano solo coloro che non sono gay o lesbiche? Non c’è un atteggiamento omofobo verso gli eterosessuali spesso e volentieri? Non c’è omofobia e anticlericalismo verso i cristiani? Non c’è?? Mi sembra si stia cadendo in una dittatura e che nessuno se ne accorga, perché troppo preso a accusare di omofobia. Forse tutti dovrebbero stare attenti alle parole che si usano.
La gay cultura va criticata perché eguaglia ciò che è differente, perché omologa intollerabilmente ciò che è creaturalmente diverso. La libertà di essere omosessuali e di definirsi anche gay è diventata una minaccia culturale, una prepotente minaccia di marketing che ora è approdata ai poteri forti, quando diventa eguaglianza come moralismo sentimentale e diritto come desiderio.
La gay cultura pretende di eguagliare ciò che è diverso, e in questo è prepotente, minacciosa e totalitaria.
Il primo obiettivo del totalitarismo è l’annientamento della tradizione contenuta nella famiglia uomo/donna in modo da controllare il presente e di conseguenza il futuro.
Questo non è clericalismo ne omofobia ma realtà quotidiana dell’intolleranza gay verso chi non la pensa come loro.
Alberto ma di quale gay cultura stai parlando? Qui la questione è relativa a migliaia di cittadini privati di diritti. Lo stato italiano è laico, tu puoi professare la tua religione ma non puoi imporla a me, questa è dittatura!
gentile redazione di Tempi,
forse voi non offendete nessuno, ma potreste anche prendere atto che la maggior parte dei vostri lettori si trova su una posizione meno moderata. se lo faceste allora sarebbe anche opportuno per voi tracciare una solida e chiara riga sui limiti delle vostre teorie riguardo i gay! mi sembra che invece lasciate che ogni vostro lettore interpreti da se.
ribadisco la mia solidarietà per mia contrizione per il gesto che avete subito ieri, ma al tempo stesso non posso negare ciò che è palese: molti vostri articoli sono di evidente stampo omofobo… delle sviste? non so!
infine, ieri su gay.it ho visto un articolo in cui si parlava della vostra disavventura (l’ho saputo così), di tante scritte simili apparse alle porte di vari circoli, scuole, etc vi siete guardati bene dall’esprimere solidarietà.
capite? sto parlando proprio di questo! se voi foste intervenuti pubblicamente contro quelle scritte allora i vostri lettori avrebbero capito quali sono i limiti invalicabili delle vostre posizioni!
grazie
Datodifatto
dato che ci sei traccia una “solida e chiara riga” su cosa è o non è omofobo.
Non può farlo, finirebbe per esser considerato omofobo anche lui!
Negli anni settanta, infatti, bastava essere un capello meno comunista per beccarsi l’appellativo di fascista.
La tecnica comunicativa di questi signori è sostanzialmente la stessa, ma tra le controindicazioni che essa presenta c’è, appunto, la corsa generale a diventare più realisti del re.
Dato di fatto dai dell’omofobo a chi vuoi, viva la libertà, che è adesione al vero. Ti aspetto oggi in piazza città di Lombardia ore15 a Milano. Grazie
Sono punti paradiso. I mandanti sono Repubblica e d’intorni.