
Gridano: “Non toccate Galileo”. Poi gli danno dell’epilettico
Leggo in ritardo un articolo del professor Claudio Zanon dal titolo “Non toccate Galileo” (Sole 24 Ore – Sanità, 4 luglio). L’autore è preoccupato per la «diatriba integralistica» contro la scienza in un paese che nutrirebbe nei suoi confronti «una storica diffidenza», per l’intromissione delle autorità religiose, per l’«interesse lobbistico» a difendere la superiorità delle discipline umanistiche, per il dilagare delle credenze negli oroscopi, nell’omeopatia e nella cartomanzia. L’articolo è istruttivo perché mostra in modo esemplare come l’inferno sia lastricato di buone intenzioni.
Difatti Zanon riconosce un ruolo alla religione, che da sempre si cimenta con «quello che sta a monte della nascita dell’universo»; dichiara che l’etica e le verità generali sono «appannaggio di discipline umanistiche che si devono compenetrare e non contrapporre a quelle scientifiche»; e propone un rapporto armonioso tra le due culture. Afferma inoltre che una bioetica laica non è antireligiosa ma rispettosa di tutti i valori. Però, quando si guarda allo spazio che egli lascia concretamente a ciò che non è “scientifico” – nel senso delle scienze esatte basate sul metodo matematico, sul metodo sperimentale e sulle tecniche di laboratorio – non resta nulla. Fuori la filosofia: soltanto la scienza è una disciplina «postmedioevale evolutiva», destinata a «guidare i destini dell’umanità trascinandosi la staticità delle filosofie».
Uno studente che definisca la filosofia come una «disciplina medioevale statica» meriterebbe la stessa severità dello studente che ignori cosa sia l’algebra. Ma lasciamo perdere. Anche la politica e l’etica, in contrasto con le buone intenzioni, perdono autonomia, visto che l’individuazione delle decisioni corrette in politica o la determinazione del momento in cui emerge la coscienza sono materia di esperti. E quale spazio resta al mistero se la scienza ha «la potenzialità intrinseca di svelarli tutti»? Ma è davvero interessante vedere in cosa consista svelare i misteri. Dice Zanon che «se la scienza ha già svelato i misteri della creazione della vita, non vuol dire essere antireligiosi, se la neurofisiologia è in grado di svelare le basi fisiologiche che sottendono all’estasi e all’idea del trascendente, probabili varianti di una forma epilettica, non vuol dire negare i fenomeni, vuol solo dire che sappiamo da che cosa sono determinati». Questo è troppo e qui lo scienziato lascia il passo al peggiore ideologo. Quando mai la scienza ha «già svelato i misteri della creazione»? È “scientifico” far credere alla gente che la neurofisiologia è in grado di svelare le basi fisiologiche che “determinano” i pensieri e i sentimenti? Quando poi si dice che l’estasi e l’idea del trascendente sarebbero le varianti di una forma epilettica non si racconta soltanto una balla ridicola, ma si manifesta soltanto disprezzo per l’esperienza religiosa. Nessun problema: è lecito considerare le più grandi menti religiose della storia come disturbati epilettici. Ma allora si eviti di fregiarsi del ritratto di Galileo e di proclamare pomposamente: non toccate Galileo e lasciateci lavorare. Galileo, Newton ed Einstein erano epilettici. Non toccateli e non toccate neppure la scienza e la ragione, che con questi estremismi ideologici non hanno nulla a che fare. E poi ci si chiede perché la cultura scientifica se la passi male in Italia.
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