Guerre di religione, guerra alla religione

Di Redazione
07 Aprile 2016
«L’Occidente è troppo preso dalla sua guerra interna alla religione per occuparsi delle guerre di religione in Siria o in Nigeria». Presentato il VII Rapporto sulla dottrina sociale della Chiesa nel mondo

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Articolo tratto dall’Osservatore romano – «L’Europa ha un’intrinseca debolezza che la rende incapace di vedere la sfida in atto. Questa sua debolezza nei confronti del problema delle nuove guerre di religione deriva dall’aver dichiarato guerra alla religione e alla religione cristiana in particolare». L’arcivescovo-vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, sintetizza così il dato centrale del settimo Rapporto sulla dottrina sociale della Chiesa nel mondo, realizzato dall’Osservatorio cardinale Van Thuân in collaborazione con il Movimento cristiano lavoratori, presentato ieri a Roma.

Già nel suo titolo — «Guerre di religione, guerra alla religione» — è ben evidente l’elemento caratterizzante delle oltre duecento pagine di documentazione che passano in rassegna i fatti avvenuti nel mondo — l’anno preso in considerazione è il 2014 — evidenziando anche i principali cambiamenti geopolitici e economici, prestando attenzione all’azione della Santa Sede e al magistero sociale di Papa Francesco. «Le guerre alla religione e la guerra alla religione, secondo noi, caratterizzano il momento presente. Avremmo voluto essere smentiti dai fatti. Avremmo voluto aver sbagliato titolo. Ma i gravissimi attentati di Bruxelles hanno, purtroppo, confermato che avevamo visto giusto. Non è una conferma gradita. Ma la realtà si impone con una sua propria forza», ha aggiunto Crepaldi.

Gli atti di violenza e di persecuzione messi in atto da Boko Haram in Nigeria, la violenza jiadhista in Medio oriente e in Africa, uniti ad altri innumerevoli fatti di cronaca, accaduti nei vari continenti lungo tutto il 2014, attestano che è in corso un ritorno delle guerre di religione. «Rimane indubbio che oggi, in questi casi acuti, il fattore religioso è quello che fa da sintesi a tutti gli altri», sostiene il direttore dell’Osservatorio, Stefano Fontana, per il quale non si è davanti a una «guerra dichiarata, convenzionale, con uso di armi e strategie militari. È un conflitto, una lotta tramite leggi, licenziamenti, intimidazioni, uso dei media, destinazione di ingenti risorse alla propaganda contro la religione cattolica e i suoi presupposti». Infatti, mentre «le guerre di religione sono dislocate nelle aree caratterizzate dai califfati» esiste una guerra alla religione «attuata soprattutto nell’Occidente e, in particolare, in Europa». In questo senso, ha aggiunto «l’Occidente è troppo preso dalla sua guerra interna alla religione per potersi occupare delle guerre di religione in Siria o in Nigeria. È troppo preoccupato di recidere i propri legami con la religione proclamando l’indifferenza alle religioni, indebolendosi e rendendosi non più capace di difendere nel mondo nemmeno il diritto alla libertà di religione, che in un certo senso è una sua creazione».

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4 commenti

  1. MaxSH

    “È troppo preoccupato di recidere i propri legami con la religione proclamando l’indifferenza alle religioni”

    L’Occidente rifiuta le religioni della bibbia, nessuno in Occidente a nulla da ridire ad esempio verso il Buddhismo.

    L’Occidente rifiuta il cristianesimo perchè è sempre stata una religione imposta dalle autorità: imposta dagli ultimi governatori dell’Impro Romano, imposta dalle monarchie, imposta con l’editto di Tessalonica, imposta dal fascismo, imposta nelle scuole e ai bambini… insomma è un’imposta!

    Chiedo a tutti gli utenti di questo sito: ma veramente pensate che l’umanità possa continuare ad accetare a lungo l’ostia che materializza le ossa invisibili del creatore o le stimmate (sempre invisibile in quanto sparite) di Padre Pio o le truffe, denunciate perfino dal papa, di Megiugorie o dell’acqua miracolosa di Lourdes?

    Chiedo ufficilamente a tutti voi: pensate veramente che tutto questo possa ancora durare a lungo?

    Siete su un binario moTTo.

    1. underwater

      Sul binario morto ci siete voi. È la cultura del nulla a non avere futuro e le stime lo attestano.

    2. Cisco

      @Max

      C’è persino chi crede al Caso miracoloso e alle stimmate dell’Australopitecus: il mondo è bello perché è vario.

      PS nessuno ha da ridire sul buddismo (quindi immagino neanche tu), di conseguenza non hai nulla da ridire sulla reincarnazione …

  2. AlessandroT

    Molto interessante. Ma le tendenze demografiche sono chiare: gli atei in media hanno meno figli dei credenti e lo stesso si può dire dei paesi “secolarizzati”. Nessuno di questi, neanche la Cina e il Giappone hanno abbastanza figli per donna.
    Pensateci: l’India supererà presto la Cina per numero di abitanti ed è un paese molto più religioso, la crescita demografica degli USA è dovuta principalmente agli immigrati sudamericani (mediamente più religiosi, oggi ce ne sono circa 50 milioni su 320 negli USA), stesso discorso vale per l’Europa ma attraverso immigrati musulmani e cristiani dall’Africa, l’Indonesia islamica conta 250 milioni di abitanti, il Pakistan ha ormai 200 milioni di abitanti, Brasile, Bangladesh e Nigeria si avviano anch’essi verso questo traguardo
    Le filippine ne hanno 100 milioni, numero a cui si avvicinano Vietnam (forse l’unica eccezione in quanto paese ateo-socialista), Etiopia, Egitto, Messico (oltre 120 milioni)
    Senza contare che tutti i paesi emergenti a parte la Russia è la Cina si trovano nel terzo mondo, l’Occidente sembra prigioniero di una crisi economica, demografica e sociale senza fine
    È chiaro il mondo in che direzione si muove: è assurdo e suicida portare avanti una guerra alla religione cristiana, musulmana e induista perché significa guerreggiare con i sentimenti e le convinzioni più intime di 2/3 della popolazione mondiale nonché di quelle che sono le potenze emergenti.

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