
Hamas ha vinto. La road map ha fallito. Usa e Ue hanno perso
Tutto sembrava previsto: Abu Mazen avrebbe vinto le elezioni palestinesi e Hamas avrebbe ottenuto una buona affermazione. è accaduto il contrario. L’ipotesi su cui tutto si era costruito, dalla Road Map alla successione di Arafat, sul piano della politica internazionale, è andato distrutto. Ciò che appare probabile è che la prospettiva islamista abbia preso il sopravvento sopra quella nazionalista e che l’idea di uno scontro frontale motivato da ragioni religiose abbia avuto la meglio su un accordo motivato da argomenti politici.
è da decenni che l’islamismo fondamentalista in forma di islam politico diviene la forma culturalmente dominante nei paesi musulmani. In questo caso conta di più affermare la propria differenza religiosa e la propria identità piuttosto che entrare in un ordine economico e sociale sentito come alieno dall’islam. I palestinesi hanno votato a un tempo democraticamente – e ciò supporrebbe l’accettazione di un ordine politico occidentale – ma hanno anche votato in modo fondamentalista, rifiutando di fatto ogni accordo. Così la democrazia non rappresenta più un punto terminale di incontro tra Occidente e paesi islamici ma diviene solamente il terreno in cui si misura la loro contrapposizione. Non è detto che ciò conduca a una terza Intifada e nemmeno a una grande ripresa degli attentati terroristi. Quello che sembra prevalere è quello di una coesistenza conflittuale in cui i due popoli vivevano separati da un muro simbolico e spirituale che è ben più alto e profondo di quello creato da Israele per proteggersi dai terroristi.
La politica internazionale si trova essa stessa senza armi. La Road Map ha perso valore perché il suo firmatario, per parte palestinese, ha perso la maggioranza parlamentare. L’unica via è quella di cercare di riprendere il dialogo con i vincitori, ma come è possibile se fa parte del loro principio politico non riconoscere Israele? Da questo punto di vista si comprende meglio il peso che ha avuto la dichiarazione iraniana del presidente della Repubblica di volere una Palestina libera dallo Stato di Israele. Essa non indicava una precisa azione politica iraniana, ma era un messaggio ai palestinesi perché rifiutassero la convivenza con Israele.
Quale sarà la risposta di Israele? Il movimento creato da Sharon e Peres avrà ancora quella vittoria in tasca che gli era riconosciuta prima della malattia di Sharon e del voto palestinese? Palestina, Irak e Iran rappresentano oggi il cuore del problema. Usa e Ue vedono il comune fallimento delle loro politiche. Il fondamentalismo islamista segna la storia del nostro tempo ed è un protagonista con cui sono difficili sia la pace sia la guerra.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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