I cattolici amano quella Chiesa con cui non sono d’accordo

Non esiste oggi un’opinione comune, tra i cattolici, conforme alle posizioni della Chiesa sui temi della vita fisica, della famiglia, del sesso. I cattolici crescono in Italia, ma hanno opinioni differenti perché vivono nella società secolarizzata, in cui è inevitabile sentire l’influenza delle tendenze maggioritarie. è comprensibile, in una società complessa, che le posizioni tradizionali soffrano il contrasto col prevalere della cultura laicista all’interno della società europea. La domanda religiosa cresce, ma è una domanda ormai frammentata e multiforme, in cui ciascuno sceglie una posizione propria nel ventaglio delle possibilità correnti.
Ciò non significa però che i cattolici desiderino veramente una Chiesa che approvi i Pacs, l’aborto, le coppie di fatto, i temi cioè su cui la gerarchia insiste come questioni centrali. I cattolici non amerebbero una Chiesa corriva alle opinioni maggioritarie: anche quando pensano in modo diverso da quello che insegna il magistero, essi non desiderano che la Chiesa divenga progressista, cioè che ratifichi le loro opinioni. Curiosamente, vogliono che la Chiesa rimanga differenza anche quando essi stessi non condividono tale differenza. Ciò viene espresso con la frase “l’Italia è culturalmente cattolica” ed è quasi certamente il Paese più culturalmente cattolico d’Europa, quello in cui la Chiesa è il maggior unificante della stessa identità nazionale come forse non era sempre accaduto in passato. La Chiesa ha beneficiato della fine delle ideologie e della decadenza della politica.
Rimane per la Chiesa, naturalmente, il problema di tale differenza, ma essa si è sempre definita come un popolo di peccatori e non di giusti, e quindi il suo compito sta nel predicare ciò che ritiene conforme alla verità anche se ciò non è ammesso dagli stessi che pur intendono formalmente appartenere ad essa.
Abbiamo in Italia correnti laiciste estreme, che stanno tutte a sinistra: dai socialisti-radicali ai partiti di estrema sinistra. Il centro-destra, invece, si è di fatto definito come forza politica che riconosce il ruolo del cattolicesimo come forza unificante l’identità della cultura nazionale. Un partito di centro-destra non può essere che formalmente un partito della tradizione maggioritaria nel paese e della permanenza della sua identità.
Ciò deve apparire anche nella questione dell’integrazione degli immigrati nella società nazionale, che non deve toccare il retaggio cristiano che custodisce l’identità dell’Italia. Il centro-destra accetta questo problema come suo principio. Il centro-sinistra come problema di fatto. Qui sta la differenza tra i due schieramenti.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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