
I CATTOLICI DEL DOPPIO NO
Se a Gustavo Zagrebelsky piace discorrere di peccati mortali del fronte astensionista, e inventarsi su Repubblica la “parabola” podistica, degli obbedienti alla Cei avvantaggiati nella corsa al referendum dal famigerato astensionismo fisiologico, a Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, la lettura di Zagrebelsky non piace per niente. «La competizione “ad armi pari” si è già svolta in Parlamento, con il risultato della legge 40. Ma poiché non ha dato esito soddisfacente per gli zapateristi italiani, essi hanno spostato il problema alle urne». è da quando il Papa si è detto favorevole all’operato dei vescovi che il meglio del dizionario radicale è stato adottato dai politici per il sì: ingerenza inaudita, furbizia, equivoco, dittatura della minoranza… Perfino Rosi Bindi con i suoi 4 no ha condannato «la tattica furba di sommare l’astensionismo di chi va al mare con l’astensionismo per convinzione». Cantoni dissente, «la furbizia è dei referendari nel rovesciare l’onere della prova: pretendere, contro Costituzione, che quanti difendono la legge raccolgano un certo numero di suffragi a sostegno dell’interesse per i quesiti, non per la materia, quando è previsto il contrario».
Irritato anche Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita: «l’astensione è consentita per il referendum ma non per le elezioni politiche, infatti la legge sul finanziamento dei partiti prevede sempre il rimborso delle spese elettorali nel primo caso mentre ai referendari solo se raggiungono il quorum. E sarà ben lecito avvalersi dell’articolo 75 della Costituzione per difendere quel principio di uguaglianza che il referendum tende a ferire».
«è un dovere per la Chiesa esprimersi sul criterio prudenziale delle scelte per difendere la dignità della vita nascente, lo ha sempre fatto per i popoli oppressi» aggiunge Antonio Maria Baggio, del Movimento dei Focolari «ma l’astensione nasce in primis nel Comitato Scienza&Vita, che ad associazioni ecclesiali affianca organizzazioni laiche, solidali e professionali e che ai moniti degli esperti di opinione pubblica – “state zitti, non fate salire il tono del confronto” – ha risposto con una campagna culturale per il rispetto di tutta la vita, dal suo concepimento al suo sviluppo».
Soddisfatta Luisa Santolini, presidente del Forum per le Associazioni famigliari: «Oltre 300 comitati locali e centinaia di persone che ci hanno sostenuto hanno reso il Comitato Scienza&Vita un punto di riferimento anche per il futuro postreferendario. Nonostante avessimo contro tutti i media, abbiano creato un precedente negli spazi della par condicio».
figli di dumbo e cita
Non andrà a votare Giorgio Maria Carbone, professore di Bioetica presso la Facoltà di Teologia dell’Emilia-Romagna: «Se mi chiama un gruppo di cittadini e non lo Stato non ho il dovere civico di rispondere e se referendari affermano che la 40 è contraria al sentire comune degli italiani, non devo pensare io a portarli ai seggi». E a chi non è convinto, Luigi Alici, neo presidente di Azione Cattolica, ricorda: «Non si può travestire il no in un atto di difesa della 40 e, al contempo, di partecipazione simbolica al voto. Chi voterà no, deve essere consapevole di sostenere una posizione perdente, priva di efficacia. La posta in gioco è talmente alta che se esistono mezzi più efficaci per fermare il referendum è con questi che dobbiamo impegnarci». «La campagna dei sì si è ridotta a inflazione di slogan» conclude Felice Achilli, presidente di Medicina e Persona. «Ma non hanno fatto i conti con i laici Ferrara, Fallaci, Rutelli, che hanno fatto dell’astensione il vero nemico. Aggiungo che un’idea di medicina che abbia nell’eliminazione del limite il suo scopo è chimera: ogni santo giorno la realtà è lì a ricordarci che, pur prodotti biologicamente, i figli non saranno mai come li vogliamo noi. E questo lo stesso Veronesi dovrebbe sospettarlo, lui, che dice che il dna di un essere umano è quasi identico a quello di una scimmia, ma non chiama i suoi figli Dumbo o Cita».
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