
I No Tav giustificano l’attacco al cantiere: «Sono pratiche legittime di lotta»
L’attacco al cantiere di Chiomonte, che il Procuratore Generale di Torino Gian Carlo Caselli ha definito «inequivocabile salto di qualità, vera propria azione di guerra», non trova alcuna condanna da parte del movimento No Tav. C’è chi sottolinea che non sono state colpite persone. Altri lasciano spazio al complottismo («Perché proprio ora? Perché tanta precisione nelle cronache?»). E, infine, c’è chi giustifica. «Sono pratiche legittime di lotta, è giusto attaccare il cantiere per tentare di buttarne giù i muri». Lo ha detto, parlando all’Huffpost, Gian Luca Pittavino, uno dei leader di Askatasuna, centro sociale torinese da anni in prima fila nella lotta alla Tav, la linea alta velocità Torino Lione.
Il sito Notav.eu sceglie di riportare le parole che un militante ha affidato a Facebook. Tutte contro gli esponenti del Governo ed il Presidente della Regione. «Questi ceffi della politica – si legge sul sito – che, a giudicare dalle reazioni, qualcuno potrebbe pensare abbiano fatto uso di allucinogeni prima di descrivere l’accaduto, quindi straparlano! Parlano di eversione, violenza e via fanfaronando! Ma forse si riferiscono alle recinzioni e al presidio armato di terreni non espropriati ma di fatto estorti con la violenza ai legittimi proprietari? Parlano forse del loro desiderio di imporre ad una popolazione compatta e dignitosa una decisione illogica, antieconomica, dannosa ed inutile? Di quale violenza straparlano questi presunti allucinati? Si stanno riferendo alle manganellate dispensate generosamente ai dimostranti pacifici?».
Non si allarga solo la zona rossa intorno al cantiere, ma anche quella grigia tra violenti e fiancheggiatori. Intanto, Ltf comunica che l’incontro con i cittadini di Bussoleno, previsto per stasera, è annullato.
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