I pirati dell’intermediazione

Avevate letto “Vendesi luminosissimo bilocale in palazzo d’epoca immerso nel verde”, e state arrancando per otto piani di una caserma senza ascensore sulla tangenziale? Se è così siete incappati in quel 5 per cento di individui al di là del bosco e sottobosco del pianeta agenti immobiliari, «più precisamente siete nella giungla» sottolinea Gianfederico Belotti, vicepresidente della Federazione italiana agenti immobiliari professionali: «Bastano però piccole accortezze per non farsi prendere in giro. Assicurarsi, innanzitutto, che l’agenzia sia iscritta alla Camera di Commercio e ai sindacati di categoria (Fiaip, Fimaa e Anama), associazioni con un preciso codice deontologico che nell’ipotesi di un eventuale dolo dell’associato può punirlo anche con la radiazione. Accertarsi che l’agenzia sia presente sul territorio da anni. L’anzianità è quasi sempre indice di esperienza e professionalità». Verificare inoltre tutta la documentazione che attesti eventuali ipoteche, la certezza della proprietà attraverso gli atti di provenienza e le planimetrie catastali corrette corrispondenti allo stato di fatto.
«Purtroppo il mal operare di una minoranza si riversa negativamente sull’intera categoria. Metrature gonfiate, indagini approssimative sulla situazione ipotecaria ed eventuali mutamenti interni dell’alloggio non certificati, per non parlare del malvezzo del supero, ossia la cifra di maggior realizzo rispetto al prezzo di vendita che questi “pirati dell’intermediazione” si trattengono come provvigione. Tale modus operandi crea turbativa nel mercato a danno del consumatore e degli onesti professionisti». La lotta all’evasione e all’elusione del ministro Bersani non pare destinata a contenere il fenomeno: «Abolendo il ruolo camerale, il ministro apre a una logica che rema in direzione diametralmente opposta a quella della salvaguardia del cliente e della professionalità del nostro sistema». La Fiaip e tanti altri hanno da tempo richiesto un tavolo di concertazione, «ma al là degli innumerevoli pranzi al Bolognese con gli onorevoli il dialogo con le istituzioni rimane sterile. E potrebbe anche prender corpo l’ipotesi che vi sia una sorta di volontà politica tendente a colpire l’intera comunità immobiliare considerata alla stregua dei furbetti del quartierino».

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