
I POETI DELLE PROFESSIONALI
Una tesi che va da tanti anni per la maggiore ritiene la formazione professionale squalificante per i giovani. Si afferma invece la superiorità del liceo e in nome di questa idea si vorrebbe affossare l’idea del doppio canale propria della riforma Moratti. Si vorrebbe “liceizzare” anche il vecchio istituto tecnico per evitare che chi si avvia all’istruzione professionale rimanga un uomo di serie B. Bisognerebbe guardare di più la realtà. Si è già parlato molto della Piazza dei Mestieri, un nuovo tipo di scuola professionale nata a Torino, capace di ri-motivare al lavoro e allo studio ragazzi segnati dall’abbandono scolastico. La novità è che questi studenti, invece di inaridirsi, coltivano vocazioni poetiche. La Piazza dei Mestieri ha editato un piccolo libretto che contiene alcune poesie dei suoi studenti. Ne proponiamo alcune.
Solitudine
Solitudine compagna lieve/di tutta la gente/che affolla la mente/ma svuota l’anima.//Non la vincitrice tu/non sei più la regina:/qualcuno può sconfiggerti/con l’abbraccio del bene/può trafiggerti.//Non è più male la mia vita/non è più tristezza il mio futuro!//solo il sapore del ricordo/mi resta ancora amaro/ma è già un passato dimenticato/Un tempo rinnovato.
Valentina
La terra che ami
Non si può dimenticare/la terra che ami/né il sole né la luna/ti proteggerà/quando come te//tanta gente se ne andrà!// Nessuno te la riporterà!/Eppure la terra che ami/ti può salvare,/il cuore ti può colmare/come una meta/ti può guidare/oltre le barriere del mondo/ti può abbracciare.
Domenica
Una parte di me: tristezza
Dietro il mio sorriso/ancora e sempre/quella sottile malinconia,//un’ombra leggera ma eterna,//come un profumo nell’aria/come un piccolo fiore,/una compagna perenne/che il mondo non vede.
Elena
Eternità
Quando guardo/i tuoi occhi/sento tanta serenità/perché insieme a te/c’è tanta felicità.//Puoi essere tu/la strada per l’eternità.
Erica
è il senso religioso, il senso di infinito che riaffiora in questi giovani a segnalare, contro ogni tentazione manichea, che la nobiltà sta nell’uomo, non nell’oggetto che tratta. Semplicemente servono educatori che, mentre insegnano a fare il cuoco o la parrucchiera, introducono alla realtà totale coloro che hanno davanti. A noi basterebbe guardare senza pregiudizi.
*Presidente Fondazione sussidiarietà
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!