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I princìpi positivi e la “crepa” della sentenza sul fine vita

Di Emanuele Boffi
20 Luglio 2024
Luci e ombre del nuovo pronunciamento della Consulta sul suicidio assistito. Intervista a Mauro Ronco, vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica
Il presidente Augusto Barbera legge la relazione annuale della Corte costituzionale, Roma, 18 marzo 2024
Il presidente Augusto Barbera legge la relazione annuale della Corte costituzionale, Roma, 18 marzo 2024 (foto Ansa)

«Il primo punto da rilevare nella sentenza della Corte costituzionale è che viene ribadito il fatto che non esiste un diritto al suicidio assistito». Mauro Ronco, presidente del Centro studi Livatino, docente universitario emerito di Diritto penale e vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica, parla con Tempi della recente sentenza della Corte costituzionale sul fine vita. La Consulta ha rigettato alcune questioni di legittimità che erano state sollevate dal gip di Firenze e che miravano a estendere le ipotesi di legalizzazione del suicidio assistito.

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Una vicenda nata dal caso di un quarantenne toscano malato di sclerosi multipla che nel 2022 si era rivolto ai radicali per essere aiutato a morire in una clinica svizzera (la sua situazione non rientrava tra quelle per le quali la Consulta aveva con una sentenza permesso la non punibilità dell’aiuto al suicidio). L’uomo era morto...

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