I risultati della superiorità tecnocratica di Macron sono davanti a tutti

Rassegna ragionata dal web su: le rivolte fuori controllo delle banlieue, l’arresto dell’allenatore del Psg per razzismo, il “momento Maria Antonietta” del presidente francese

Il presidente francese Emmanuel Macron al centro del vertice di emergenza da lui convocato ieri sera all’Eliseo per le rivolte nelle banlieue (foto Ansa)

Sul sito di Tgcom 24 si scrive: «In Francia sono proseguite le violenze urbane connesse all’uccisione da parte della polizia del 17enne Nahel a Nanterre. Sono stati 719 i fermi effettuati sabato, nella quinta notte di disordini in varie città, da Parigi a Marsiglia, da Lione a Nizza, mentre domenica sera la situazione è stata relativamente tranquilla con 49 fermi. Sempre domenica, ma in mattinata, c’è stato l’attacco alla casa del sindaco di L’Hay-les-Roses, Vincent Jeanbrun, alle porte di Parigi: un’auto è stata lanciata contro il cancello e data alle fiamme. Borne: “Intollerabile”. Macron convoca un vertice all’Eliseo: ribadita l’affermazione del principio “della fermezza”. Prime cancellazioni da parte dei turisti stranieri».

Dopo il movimento dei gilet jaunes lanciato da coltivatori diretti colpiti da nuove tasse sul gasolio, dopo mesi di agitazione sindacale contro la riforma macroniana delle pensioni, è esplosa ora la protesta di massa dei giovani islamici nativi o immigrati.

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Su Open si scrive: «La Francia brucia dopo l’uccisione di Nahel, diciassettenne di Nanterre, da parte di un poliziotto. Ma mentre tra le strade del paese prendeva piede l’ondata di proteste, incendi e saccheggi, il presidente francese Emmanuel Macron ha trovato a quanto pare almeno un po’ del suo tempo da dedicare a ben altro intrattenimento. Stanno facendo molto discutere infatti le immagini che lo ritraggono al concerto di Elton John, mercoledì sera, il giorno dopo la sparatoria. In un video, il leader di Parigi sembra godersi la serata, battendo anche il piede a tempo di musica».

Emmanuel Macron sembra talvolta in preda a una sorta di momento da Maria Antonietta, con tanto di offerta di brioches alle masse che chiedono pane.

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Su Fanpage Alessio Morra scrive: «L’allenatore del Paris Saint-Germain Cristophe Galtier e suo figlio John Valovic-Galtier sono in custodia presso la polizia giudiziaria di Nizza come dichiarato dal procuratore Xavier Bonhomme, nell’ambito dell’inchiesta che li vede sospettati di discriminazione “basata su una presunta razza o affiliazione a una religione”. I fatti risalgono alla stagione 2020-21 quando Galtier era tecnico del Nizza. Il tecnico, parlando con i dirigenti del club rossonero disse: “Considerando la realtà della squadra non possiamo avere così tanti neri e musulmani nella squadra”».

È assolutamente giusto perseguire qualsiasi atteggiamento razzista, però arrestare – non rinviare a giudizio ma proprio arrestare – un importante allenatore di calcio per una frase pronunciata due anni fa dà il segno di come sotto l’amministrazione Macron lo Stato francese stia perdendo la testa: così con lo spionaggio su social e media, così con la messa fuori legge di organizzazioni ecologiste radicali. La tanto macronianamente amata sospensione della politica (“non siamo né di destra né di sinistra”), invece che un millenario regime tecnocratico, sta producendo una sconclusionata deriva illiberale accompagnata da proteste sempre più anarcoidi.

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Su Atlantico quotidiano Federico Punzi scrive: «Ricordiamo tutti le parole del ministro per gli Affari europei del governo francese, Laurence Boone, a pochi giorni dalla vittoria del centrodestra alle elezioni del 25 settembre scorso: “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti in Italia“. Oppure, più di recente, le critiche del ministro dell’Interno Gérald Darmanin al governo Meloni, “incapace di gestire i problemi migratori”».

Taiwan, Africa, Tunisia, Christine Lagarde, pasticcio sull’Ucraina: la deriva macroniana sta creando gravi problemi a tutto l’Occidente. La Francia ha giocato in Europa un doppio ruolo: tecnocratico (raffinatissimo ma in parte subdolo) a Bruxelles con politici di grande livello come Jean Monnet, e nazionalista a Parigi con i De Gaulle e i Mitterrand, oggi con l’arrivo del sedicente Juppiter si è pensato di ridurre il doppio ruolo a uno solo, tecnocratico anche sulla Senna, il tutto senza alcuna sapienza storico-politica. I risultati sono davanti a noi.

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