
Il disegno centrista di Casini piace ai giornali ma ai suoi elettori probabilmente molto meno
È facile immaginare quale sia il disegno di Pierferdinando Casini. La memoria democristiana punta verso il grande centro. Ma Pierferdi ricorderà sicuramente, lui che è sempre stato anticomunista, che il centro si fondava sulla conventio ad excludendum: il Pci per motivi di ordine internazionale e l’Msi per motivi di politica interna e costituzionale. La legittimità del centro, cioè, si fondava su due delegittimazioni. Ed escludeva dallo spazio di governo larghe masse di elettori italiani. Ora questa fase è superata perché è finito il comunismo, Pierferdi l’ha detto tante volte. Ma se è superato il comunismo, come porre limiti a sinistra? E se non si pongono limiti a sinistra, perché porli a destra? Il risultato della fine del comunismo è stata la fine del centrismo e l’avvento del bipolarismo italiano. Martinazzoli ha legittimato la sinistra e Berlusconi la destra. Del resto, era quello che prevedeva Beniamino Andreatta, di cui Europa ha pubblicato recentemente un caldo elogio del bipolarismo come superamento delle delegittimazioni. Il centro di Pierferdi dovrebbe emarginare la Lega a destra, semilegittimare An anch’essa a destra, ed escludere tutta la galassia dei partiti a sinistra dell’Ulivo. Dovrebbe deberlusconizzare Forza Italia e divenire il pendant dei centristi dell’altra parte. Sembra un sogno impossibile perché la qualità della politica è ora data dagli estremi. La Lega è la scintilla originaria da cui è nato il centrodestra e Rifondazione ha ora il monopolio della sinistra. Il grande centro riprodurrebbe lo schema della Guerra fredda senza la Guerra fredda. Ma comprendiamo perché Pierferdi fa questo gioco; vuol dare una mano ai colleghi della Margherita e soprattutto al compagno di avventura nel centrodestra, Clemente Mastella, pressato dall’evidenza che i Ds non sganceranno mai Rifondazione e la sinistra antagonista, neanche se si facesse il partito democratico. Viene da ricordare che uno dei capisaldi del centrismo fu l’unità dei cattolici. Anzi si può dire che senza l’unità dei cattolici attorno alla Dc il centrismo non sarebbe mai nato. Ma oggi la Chiesa recita un altro latino, la Margherita si trova di fronte a papa Ratzinger e alla censura ecclesiastica sui Dico. L’unità dei cattolici oggi è attorno alla Chiesa, non attorno alla Dc.
Naturalmente la stampa copre Pierferdi di elogi, ma è ormai ben noto che gli elettori non obbediscono ai giornalisti. Inoltre la divisione Casa delle Libertà-Unione è sulla politica estera e Casini lo sa bene. Perché dunque abbandonare i propri elettori in Parlamento votando per una politica che essi certamente non approvano?
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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