Contenuto riservato agli abbonati
Su Dagospia Carlo Antonelli scrive: «Le inutili, estenuanti polemiche che hanno accompagnato - in quelli che sembrano ormai secoli fa, in termini percettivi - la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 non hanno tenuto conto della sua reale natura: quella di essere una polpetta avvelenata, o meglio un trucco di distrazione del nemico in grado di accecare lo sguardo rispetto alla natura interamente queer - nel senso più largo del termine - dell’intera manifestazione».
Antonelli legge le Olimpiadi francesi come la costruzione di un nuovo immaginario non più fondato sul mito classico della competizione ma su quello della bellezza e della leggiadria. Senza dubbio questa operazione apre spazi alla libertà e alla creatività, non mancano dubbi però sulle fondamenta sulle quali consolidare questa libertà e creatività.
* * *
Su Startmag Francesco Damato scrive: «Ora che ha finito di distrarsi con le Olimpiadi a Parigi, dove peraltro gli italiani sono riusciti a guadagnarsi 40 ...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno