
Il fantasma di Casablanca
Ali vive da cinque anni in Italia. Nato in un paese vicino a Casablanca, ha frequentato la scuola “dei poveri” e poi per due anni l’università. Per motivi economici ha abbandonato il suo paese ed è emigrato in Francia. Dopo pochi mesi è giunto nel nostro paese, ospitato da un amico italiano. Il suo primo impiego è stato quello di lavapiatti in un ristorante. Salario mensile: un milione di vecchie lire, naturalmente in nero. “Ovviamente”, per riconoscenza al titolare del ristorante, che si è dato da fare per fargli avere il permesso, per tre anni non ha fatto né ferie né riposi e ogni giorno ha lavorato per circa dodici ore. Oramai è acqua passata, Ali è riuscito a “conquistare” il permesso di soggiorno. Da più di un anno è stato assunto da un’azienda operante nel settore meccanico. Lo stipendio è migliore di quello precedente e le ore lavorate rientrano nella normalità. Potrebbe essere felice. Con i risparmi si è fatto la patente e comprato un’auto d’occasione. Nel mese di novembre il suo amico gli ha comunicato che non poteva più ospitarlo: la nascita di due gemelli rendeva la convivenza estremamente difficoltosa. Inizialmente Ali non pensava che ciò costituisse un problema, anzi, la voglia di andare ad abitare da solo stava diventando una necessità impellente. Ha trascorso tutto il tempo libero degli ultimi quattro mesi a cercare un bilocale in affitto. Molti potevano fare al caso suo, ma purtroppo al momento di definire il contratto, è sempre saltato fuori qualche problema “irrisolvibile”. «Non lo affittiamo più, ci scusi», gli hanno ripetuto. Ali in una serata di febbraio chiama a raccolta i pochi amici e si lascia andare ad un lungo sfogo. «Non ho niente da rimproverare a nessuno, sono marocchino in terra straniera e non conta che abbia il permesso, il lavoro, l’auto, il conto in banca e la fedina penale pulita. Vi faccio paura. Non so se ridere o mettermi ad urlare. Sembra che io esista solo in qualità di lavoratore, come uomo, sono un fantasma». Ali da un mese si è isolato dal mondo, in questi giorni si è licenziato e tornerà in Francia. Non lo ha espulso lo Stato, non lo ha cacciato nessuno, lo ha allontanato un muro d’ostilità e ignoranza.
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