
Il fedelissimo
La nomina del cardinale Tarcisio Bertone ha dato il senso della novità del papato di Benedetto XVI. Joseph Ratzinger fu eletto nel segno della continuità di Giovanni Paolo II. Quest’ultimo ha impersonato la volontà del Pontefice di difendere il dogma e la tradizione cattolica da ogni forma di secolarizzazione e di spirito del disincanto. Ma Wojtyla aveva fatto questo mediante una sovraesposizione nell’ordine civile e politico, affrontando il tema della libertà a livello universale. Non solo la libertà della Chiesa, ma la libertà dell’uomo. I suoi viaggi, che toccarono molto spesso regimi autoritari, divenuti dopo questi viaggi regimi democratici (Nicaragua, Cile, Guatemala, Polonia, Argentina), proclamarono la libertà come messaggio fondamentale della Chiesa di significato universale, oltre cioè i suoi stessi confini istituzionali. Con ciò papa Wojtyla faceva assumere al pontificato romano quel ruolo di connessione tra fede e storia che nasceva dal Vaticano II e che una cattiva interpretazione del Concilio aveva inteso come forma di secolarizzazione della Chiesa, divenuta compatibile con il mondo disincantato.
Come un pellegrinaggio antico
Papa Ratzinger sembra indicare una direzione diversa, cioè una concentrazione del papato nella Chiesa: non sulla riforma istituzionale, chiesta da tanti teologi e movimenti progressisti, ma sulla riforma spirituale. Egli modifica anche le più proprie manifestazioni di Wojtyla, i messaggi al popolo nei viaggi, dando ad essi carattere liturgico, riassociandoli al pellegrinaggio antico, concedendo indulgenze plenarie per ogni convegno. Ratzinger si affretta lentamente, ma i segni di questa concentrazione della Chiesa su se stessa, appaiono sempre più chiari.
Il più rilevante è la sua prima enciclica, la Deus caritas est, un documento di vita mistica. Un altro segno significativo è la nomina di Bertone a segretario di Stato. La diplomazia vaticana ha una lunga storia e un personale specializzato che conosce il suo linguaggio, legato a un tempo alla Chiesa e alla realtà degli Stati, modellata anzi sulla forma degli Stati. Nominare un professore salesiano, che è stato vescovo a Vercelli e a Genova, a segretario di Stato, indica la volontà di concentrare l’attenzione della Chiesa su se stessa, riprendendo quella tradizione di neutralità della Chiesa nei confronti degli Stati che è propria della tradizione papale. Ed è la forma storica della diplomazia vaticana.
Dopo la riforma di Paolo VI il segretario di Stato controlla l’insieme delle funzioni della Santa Sede, non è un ministro degli Esteri, ma un primo ministro. Ora si comprenderà meglio l’impronta che, con il suo lento affrettarsi, Benedetto XVI vuol dare alla Chiesa. Le scadenze dei numerosi incarichi della Curia romana daranno l’occasione al Papa, mediante il suo segretario di Stato, di indicare il modo in cui vuole governare la curia romana. Già in questo anno e mezzo di pontificato, si è vista la tendenza a semplificare gli organismi creati nella curia sotto la spinta del Concilio, unificandoli sotto una direzione comune. La voce di Roma deve essere la voce diretta del Papa più che i messaggi dei dicasteri romani. Bertone è stato scelto proprio per la lunga confidenza che si è manifestata durante gli anni della direzione della Congregazione per la Dottrina della Fede. In un messaggio ai genovesi, il Papa ha detto che lo ha scelto per le sue doti spirituali e pastorali. Il cardinale è un uomo di grandi capacità comunicative, ha doti di organizzatore e attitudine al governo. Il Papa ha scelto in lui una sintonia antica che permetterà al nuovo segretario di Stato di interpretare con autorevolezza il suo compito di primo amministratore della Chiesa romana.
Critiche sono già state sollevate per la sottrazione alla diplomazia vaticana del suo incarico, nel timore che una assenza dall’attenzione alla storia e alla politica possa creare uno squilibrio nella Chiesa e nel mondo. Ma Ratzinger ha creato uno stile di pontificato della profondità e della dolcezza che ha incontrato il consenso nella Chiesa universale. Un uomo di incontro come Bertone può rendere efficace, nella Chiesa e nel mondo, un pontificato ricco di intelligenza e di significato.
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