
Il giorno della liberazione, finalmente
Alcune cose si possono dedurre da queste elezioni. Il bipolarismo è entrato nel costume politico degli italiani. La divisione nei due schieramenti è stata netta e precisa, le liste che si schieravano ai lati dei due schieramenti sono state sconfitte. In particolare ciò vale per la lista D’Antoni: lo sforzo più consistente per ottenere il superamento del bipolarismo, sino all’augurio, formulato da Andreotti, del pareggio dei due schieramenti cioè del blocco del sistema politico. Chi si sarebbe aspettato un atteggiamento così estremista da Andreotti nella sua quarta stagione? Come avrebbe avuto maggior significato per D’Antoni il congiungere la tradizione della CISL alla Casa delle Libertà? “Qualche volta dormicchia il buon Omero”: ed è il caso questa volta di dire che Andreotti ha sognato ad occhi aperti. Cade anche il mito di una nostalgia della DC: il Biancofiore non ha raggiunto il 4 per cento. C’è voluto un decennio per prendere atto che il partito cattolico ed il suo centrismo erano morti sotto i colpi dei giudici. E del resto la DC, nella fatale legislatura del ’92, aveva scelto il suo suicidio politico. Ciò che emerge è una forza civile, non confessionale, eppure fedele alla tradizione cattolica del paese in cui vive; certo il meglio della DC, perché è finalmente amputata di quel cancro che furono la sinistra cattolica e la sinistra democristiana. Infine si tratta di ritrovare la DC di prima del ’68, prima di Moro, prima del “compromesso storico”; Berlusconi ha vinto quando ha scelto D’Alema come avversario, quando ha cioè denunciato il permanere della cultura comunista nel paese, quando ha legittimato tutte le forze che stavano alla sua destra. Si è rivelato il vero grande innovatore della politica italiana; ed ho sempre ritenuto che Forza Italia sia il tipo di partito che Sturzo aveva in mente quando fondò il Partito Popolare nel ’19; Forza Italia rappresenta la più alta tradizione politica italiana, quella del cattolicesimo liberale. Si apre dunque il tempo del governo di centrodestra. Ma questa volta è un governo di centrodestra fatto dalla passione di un popolo: un popolo che ha sopportato cinque anni di regime della sinistra, comunista e democristiana, che ha conquistato il suo spazio per elezione, un popolo che ha dovuto scegliere negli anni Novanta tra resistenza e resa. Un popolo che è una realtà spirituale civile, animato dalla passione delle libertà. Era il medesimo popolo del 18 aprile ’48 che la sinistra democristiana tradì. Ha dovuto consumare una esperienza di comunismo nazionale all’italiana che era maturo per risparmiarsi. Oggi finalmente siamo liberi: liberi dai comunisti e dalla sinistra cattolica. Berlusconi ha davanti a sé una occasione unica, il popolo che si è costruito attorno alla battaglia per la libertà. Guai a sprecarla; sono occasioni che si danno poche volte nella storia.
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