Il governo laicista ha già rigettato l’innesto margherito

Vi sono nella maggioranza di governo una componente laicista e una cattolica: sono le forze che dovrebbero confluire nel partito democratico in una sintesi capace di fondere le differenze. Eppure le questioni della vita e della famiglia sono oggi le più divisive, quelle che più impegnano i sentimenti e le passioni. La ricerca scientifica deve avere tutti i diritti di spingersi fin dove arrivano le sue possibilità? Oppure vi è qualcosa, che chiamiamo natura umana, che tocca anche la realtà fisica e che sconsiglia di trattare ciò che è proprio del corpo umano come mera materia plastica? Qui si nasconde il problema dell’uomo dei nostri giorni, che è capace di modificare il mondo e il proprio corpo ma, d’altro lato, non sa dove questa modifica possa condurre.
Il ministro Fabio Mussi ha deciso di togliere la firma dell’Italia dalla pregiudiziale etica contro la ricerca sulle cellule staminali embrionali all’interno della Comunità europea. È una delle sortite improvvise cui ci hanno abituato i ministri del governo Prodi? O dobbiamo pensare che anche la cultura dei Ds è diventata laicista? È ormai chiaro come il postcomunismo abbia lasciato cadere le antiche riserve comuniste nei confronti del laicismo, e che ora quindi non possa che assecondare la ricerca scientifica senza se e senza ma. Su questa linea possiamo considerare convergenti tutti i partiti radicali della sinistra italiana, che della coalizione sono l’anima culturale. Ed è nota la posizione della Rosa nel pugno, in cui i socialisti sono diventati una costola del radicali. In sostanza, cioè, a favore della posizione cattolica, vi è soltanto la Margherita, che non è nemmeno tutta cattolica. Dunque la scelta di Mussi deve essere considerata significativa, se non della politica del governo, almeno della cultura che lo abita. Del resto la stessa ministra per la Famiglia, Rosi Bindi, ha ammesso che la legge 40 debba essere rivista.
Finora l’Italia su questi temi aveva mantenuto posizioni vicine alla tradizione cristiana, grazie all’opera di un governo di centrodestra, anch’esso animato da una combinazione di cattolici e di laici, ma dove i laici avevano rinunciato a una posizione laicista. Se il nuovo governo durerà, come sembra, 5 anni, le posizioni cattoliche verranno gradualmente elise dal sopravanzare del laicismo. Nessuno avrebbe creduto che la Spagna cattolica avrebbe conosciuto l’abolizione della famiglia, eppure è accaduto. Ad opera della sinistra. Siamo sicuri che tra la sinistra nostrana e quella spagnola esista una differenza culturale tale da non rendere possibile in futuro la medesima evoluzione (magari solo un po’ più all’italiana, con tagli chirurgici anziché colpi di scure)? E chi crede che l’ondivago Francesco Rutelli possa essere un garante delle posizioni cattoliche dentro una sinistra in cui il laicismo non può non divenire una cultura prevalente?
bagetbozzo@ragionpolitica.it

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.