Il Grasso siciliano che cola su Renzi

Di Giuseppe Alberto Falci
17 Marzo 2017
Raccontano che all’ex sindaco di Firenze preoccupa una eventuale vittoria dei cinquestelle in Sicilia. Per questo sta pensando al presidente del Senato

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L’ultima trovata per vincere le elezioni regionali siciliane – primo vero test prima delle politiche del 2018 – Matteo Renzi l’avrebbe tirata fuori dal cilindro davanti ad alcuni interlocutori qualche giorno fa: «Ho in mente la strategia per vincere in Sicilia». O meglio era un’idea di cui si è molto parlato negli ultimi mesi e che adesso potrebbe diventare realtà. Un’idea che ha un nome e un cognome di peso e che riporta a quel Senato che l’ex segretario del Pd avrebbe voluto riformare se non addirittura rottamare.

«Vorrei farne un museo», disse nei giorni della approvazione della riforma costituzionale. Dalla seconda camera dello Stato potrebbe uscire il nome del candidato a palazzo d’Orleans. Si tratta di Pietro Grasso, oggi presidente del Senato, magistrato di Palermo negli anni delle stragi di Cosa Nostra, un simbolo antimafia riconosciuto da tutto l’arco costituzionale. Al punto che nel 2013 venne scelto da Pier Luigi Bersani per mettere in difficoltà il M5s e per provare a costruire le basi del «governo del cambiamento».

Già, il M5s. Raccontano che all’ex sindaco di Firenze preoccupa una eventuale vittoria dei cinquestelle in Sicilia. Anche perché, confida l’ex premier ai suoi, «se avessero la meglio nell’isola avrebbero la strada spianata per le elezioni politiche». Da sempre definita una regione laboratorio per la politica nazionale, la Sicilia sarà il primo vero test prima del ritorno alle urne del febbraio prossimo.

Al momento, secondo diversi istituti di ricerca, nell’isola si prefigura un testa a testa fra il movimento di Grillo e il rinato centrodestra di Silvio Berlusconi. Il Pd invece paga l’esperienza del governo Crocetta, che non ha brillato in questi cinque anni, e, soprattutto, non è riuscito ad individuare un profilo in grado di conquistare l’opinione pubblica siciliana.

Fonti accreditate spiegano a Tempi che i nomi circolati nell’ultimo anno e mezzo, dal renziano Davide Faraone al sindaco di Catania Enzo Bianco, «risultano divisivi all’interno del Pd siciliane, pensate se fossero scelti come candidati alla presidenza». Ecco perché Renzi intende anche questa volta sparigliare le carte e puntare su un nome della levatura di Pietro Grasso. «È amato dai siciliano, è un nome che ricorda i fasti di Falcone e Borsellino».

Una posizione condivisa anche da Angelino Alfano. I due infatti starebbero ragionando in questi termini. «Con Grasso siamo competitivi», affermano entrambi a taccuini chiusi. L’idea del duo Alfano-Renzi sarebbe quella di costruire attorno al presidente del Senato una coalizione di «centro-centrosinistra» in grado di sfondare fra gli elettori di Beppe Grillo ma anche fra in quell’elettorato moderato siciliano che da più di venti anni è legato al verbo del Cavaliere. Risponderà alla chiamata il presidente del Senato?

@GiuseppeFalci

Foto Ansa

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