
Il Laos, uno degli ultimi paesi comunisti al mondo, vieta per legge di invocare Dio per chiedere i miracoli

I paesi comunisti rimasti al mondo si possono contare sulle dita di una mano. Il Laos, nel sud-est asiatico, è uno di questi e il 27 febbraio ha stabilito ufficialmente che è vietato pregare per ottenere miracoli. La decisione è stata presa dalle autorità provinciali e dal Dipartimento sanitario di Savannakhet, dove da mesi viene portata avanti un’azione di persecuzione religiosa a danno di cinque leader cristiani: Kaithong, Puphet, Muk, Hasadee e Tiang.
LA SIGNORA CHAN. Come già raccontato da tempi.it, il 23 giugno 2014, cinque pastori protestanti sono stati arrestati e accusati dell’omicidio della signora Chan, madre di otto figli, convertitasi ad aprile dal buddhismo al cristianesimo, mentre si trovavano nella casa della donna per officiare il suo funerale. La polizia ha fatto irruzione nella casa, ha ordinato a tutti i presenti di abiurare il cristianesimo e, davanti al rifiuto ha arrestato i leader cristiani, costringendo la famiglia a seppellire la donna con rito buddhista.
LA CONDANNA. Il 12 febbraio il Tribunale del popolo ha condannato i cinque leader cristiani per «abuso della professione medica». Questi, secondo il giudice, hanno invocato Dio per ottenere la guarigione della donna, invece che curarla. La signora Chan, che era già stata in ospedale e si trovava in punto di morte, aveva richiesto la presenza dei pastori affinché pregassero per lei. Loro non volevano affatto curarla e, come precisa Human Rights Watch for Lao Religious Freedom, «pregare è un diritto della libertà religiosa e di credo, non costituisce pratica medica e non necessita di licenza medica».
VIETATI I MIRACOLI. Dopo quella sentenza, l’autorità provinciale ha stabilito quanto segue: «Pregare chiedendo a Dio di guarire il malato/la malata secondo il proprio credo religioso viola gli articoli 41 e 42 della legge sulla Sanità». Chiedere a Dio un miracolo, insomma, è ora vietato dalla legge in Laos, nonostante la Costituzione garantisca la libertà religiosa a tutti i fedeli.
TROPPE CONVERSIONI. Tale accanimento, che sfocia nel ridicolo, ha la sua spiegazione in un precedente: la signora Chan rappresenta la quinta famiglia ad essersi convertita al cristianesimo dal buddhismo nel villaggio di Saisomboon (provincia di Savannakhet). Soprattutto in questa provincia, i cristiani vengono perseguitati dalle autorità comuniste, che per costringerli a tornare al buddhismo negano loro il diritto ai più elementari servizi di base.
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7 commenti
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Non so se la vicenda sia andata come dice Gianni o come riferisce l’articolista:mi sembrerebbe strano che questi avrebbe scritto del fatto senza documentarsi prima(solitamente i giornalisti di Tempi sono seri!)comunque lascio in sospeso il giudizio su tale aspetto della vicenda.Dico solo che meno male che io vivo in Italia dove-almeno per ora!-si può ancora pregare e pregare per chiedere una guarigione-Gesù stesso ce l’ha chiesto ed io preferisco ubbidire a lui che ad un governante politico-perché é quello che ho fatto domenica a motivo di un caro amico che”causa ictus”é stato dichiarato(dai medici)irrecuperabile,pur non essendo in pericolo di vita.Che bello essere italiani e ,soprattutto,cristiani…per questo pregherò per loro perché,comunque si siano effettivamente svolti i fatti,tutto fa pensare-dato il contesto politico e ideologico-che ,quello delle (eventuali)mancate cure si solo un pretesto per colpire i cristiani,visto lo svilupparsi del fenomeno della
e conversioni al cristianesimo e sapete perché?…semplice,perché il cristiano é una sfida ed un ostacolo più pericoloso e duro da scardinare,neno accomodante e ricattabile di un buddista(con tutto il rispetto psdibile per loro,ma di fatto é cosi-la realtà tibetana ha un altro spessore perché qui interviene un fattore politico,uno spirito nazionalistico(che io ammiro e,spero tanto che il Tibet possa tornare libero!!)che in altre realtà non c’é o é assai meno decisivo.In ogni caso la libertà religiosa rimane la madre di tutte le libertà!
Su questa testata di falsità sul laos ne ho già lette troppe. Non entro nel merito di questa specifica vicenda (anche se può essere che il signor Gianni abbia perfettamente ragione) ma chiunque conosce bene il laos sa perchè e come siano iniziate le campagne contro le conversioni. Viva la libertà religiosa ma quella vera!!!!!…e chiunque frequenta il laos ed è venuto al corrente del modo in cui si sono ottenute certe conversioni sa a cosa mi riferisco!!!!…
Chiunque frequenta il Laos … !?!?!
Certo, chi di noi non frequenta il Laos almeno una volta la settimana?
Stefano, abbi pazienza, ma il tuo è un intervento da quacquaracquà!
Suvvia, dillo anche a noi cosa succede nel Laos, dall’alto della tua esagerata conoscenza della situazione, così sappiamo a cosa ti riferisci.
Giuseppe lei casca male…purtroppo per lei il Laos lo frequento abitualmente (mia moglie è laotiana) e penso di conoscerlo discretamente (anche se è un paese comunista non mangiano i bambini). I quaquaraqua sono purtroppo dei falsi cristiani che sparano sentenze su tutto il mondo senza aver mai messo un piede fuori dalla Brianza. A cosa mi riferisco? Alle conversioni volontarie ($$$$$) ahaahahaha. Si documenti per favore prima di dare del quaquaraqua a qualcuno.
In realta’ la storia e’ parzialmente diversa.
La donna era molto malata e questo gruppetto di persone, invece che portarla all’ospedale, ha provato a farla guarire con le preghiere. Per 2 giorni. Quando alla fine l’hanno portata all’ospedale era troppo tardi. Secondo i dottori l’avrebbero dovuta portare all’ospedale 2 giorni prima.
Con questo non nego che i cristiani in Laos siano discriminati, ma in questo caso, se e andata come ho appena sintetizzato, la condanna credo sia giusta. Si tratta di 5 ignoranti che hanno causato la morte di un essere umano.