
Il “limbo” dei Ds
Fuga. Ecco come descrivere l’atteggiamento del più grande partito della sinistra nel nostro paese. Purtroppo la sindrome dell’abbandono sta diventando per i Ds un’abitudine sin troppo imbarazzante. Non mi sto riferendo ai quattro parlamentari che se ne sono andati sbattendo la porta, ma alla vera e propria linea politica attuata dalla dirigenza dei nipotini del (fu) Pci. Ricordate il referendum per l’estensione dell’articolo 18 alle aziende con meno di 15 dipendenti? Che posizione assunse il partito di Fassino? Nessuna. Fuggì, non se la sentì di dire: «No, noi abbiamo fatto una battaglia di bandiera con la Cgil perché si trattava di dare addosso al Cavaliere, ma da qui a pensarla come Bertinotti, ragazzi ce ne corre!». Né con il “sì”, né con il “no”, come sempre si tuffarono nel “limbo” dei giusti. Ed ora, sulla votazione per il finanziamento delle truppe italiane in Irak? Stessa storia. Per carità, si manifesta per la “pace”, per carità si è contro l’intervento, per carità nessun dubbio, ma da qui a votare contro il finanziamento come intende fare il solito Bertinotti ce ne corre! E allora? Niente di meglio che andarsene. La scelta che i Fassino boys intendono attuare è quella chiara, coerente, limpida e impeccabile della fuga. Si esce dall’aula, si chiudono gli occhi e si tappano le orecchie. E chi contesta è uno stalinista. Come Il Manifesto accusato proprio dal segretario dei Ds di aver criticato la linea del capo. Indiscutibilmente un po’ di confusione regna nei cuori e nelle menti dei sinistrorsi. Eppure tutto potrebbe essere molto più semplice. Caro Fassino, non ritieni giusto ritirare le truppe italiane dall’Irak? Allora dai retta a Il Riformista Polito. Votate per il rinnovo della missione, perché o si è per il ritiro o si è per la permanenza. Una buona volta fate chiarezza, siate stalinisti!
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