
Il lungo abbraccio di Pietro, 1998/2006
Lo Spirito Santo chiese di nuovo la parola nel 1998. Era dagli inizi degli anni Settanta, gli anni difficili del post-Concilio, che l’allora cardinal Joseph Ratzinger aspettava paziente. Li aveva visti crescere, quei «giovani uomini e giovani donne» in cui «risbocciava la fede, senza “se” né “ma”, senza sotterfugi né scappatoie, vissuta nella sua integralità come dono, come un regalo prezioso che fa vivere». Ecco, scriveva Ratzinger preparando il suo intervento al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, «all’improvviso, qualcosa che nessuno aveva progettato (.). Dove irrompe, lo Spirito Santo scombina sempre i progetti degli uomini». Era il 27 maggio del 1998: tre giorni dopo, lo Spirito Santo scelse il canto di quasi duecentomila pellegrini, aderenti a 50 movimenti ecclesiali e nuove comunità, per risuonare nella Città Eterna. Celebravano con papa Wojtyla l’unità dei movimenti, “dono dello Spirito, speranza per gli uomini”, nella diversità dei carismi di quattro fondatori: mons. Luigi Giussani (Comunione e Liberazione), Chiara Lubich (Focolari), Kiko Arguello (Cammino Neocatecumenale) e Jean Vanier (Arca).
Quel giorno, avrebbe ricordato Ratzinger a un’assemblea dei vescovi nel 1999, «si è conclusa la prima fase della storia dei movimenti, quella in cui si trattava di fare spazio ad essi da parte della realtà istituzionale della Chiesa. Ora siamo nella seconda fase, quella del riconoscimento dell’unità sostanziale delle realtà carismatiche e dell’istituzione». Sono passati 8 anni da allora e il numero dei movimenti è raddoppiato. Per Ratzinger è tempo di obbedire alle irruzioni dello Spirito così come obbedì il giorno che il Conclave lo elesse al soglio di Pietro. Il 14 maggio 2005, il neo papa Benedetto XVI confidava già a monsignor Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il desiderio di replicare la storica adunata di Giovanni Paolo II.
aspettando l’irruzione
Il Papa incontrerà dunque i movimenti ecclesiali e le nuove comunità alla vigilia di Pentecoste. Il gesto seguirà un Congresso mondiale, indetto dal Pontificio Consiglio per i Laici a Rocca di Papa, durante il quale oltre 300 responsabili rifletteranno su “La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo”. Nel pomeriggio del 2 giugno inizieranno le veglie organizzate dai movimenti nelle basiliche e chiese di Roma, ma il boom di fedeli è atteso nel primo pomeriggio di sabato 3 giugno, quando oltre trecentomila pellegrini potrebbero assistere alla lettura di una lettera di Chiara Lubich e alle testimonianze di don Julián Carrón (successore di Giussani in Cl) e di un altro fondatore «top secret». Grazie ai maxischermi e al servizio di traduzione simultanea di Radio Vaticana, verranno rievocati momenti dell’incontro del 1998 con Giovanni Paolo II e del magistero di Benedetto XVI. Canti e preghiere predisporranno ai Vespri i fedeli che rinnoveranno la grazia del sacramento della Confermazione e riceveranno l’indulgenza plenaria. Alle 18, poi, in diretta su Rai Due fino alle 20, il vaticanista Lucio Brunelli e il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti commenteranno l’ingresso del Papa in piazza, il cui intervento dovrebbe essere pronunciato intorno alle 19.
Ma queste, pur importanti, son cose da bollettino parrocchiale. Quello che speriamo è che il 3 giugno faccia davvero irruzione nei cuori di certi turisti che fermano un bus in via del Corso per rimirare Augusto del “Grande Fratello”. E quello che sappiamo è che il 3 giugno avremo davvero qualcosa da scrivere.
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