Il Milan sarà più Real o Celtic? Ricette per far fuori il Barcellona dei (quasi) imbattibili

Di Emmanuele Michela
21 Dicembre 2012
C'è un modo per battere i catalani? Analisi delle poche (ma spesso pesanti) sconfitte dei blaugrana degli ultimi due anni.

A leggere i giornali sembra una partita già giocata e finita. Milan-Barcellona ancora una volta contro in Champions, messi uno di fronte all’altro dal sorteggio di ieri degli ottavi. Il confronto spaventa: abissale sulla carta la distanza tra il gioco stellare dei catalani (primi in Spagna con 9 punti di vantaggio) e quello affaticato dei rossoneri, che solo ora sembra aver trovato l’equilibrio giusto dopo un inizio di stagione in salita. La squadra di Allegri in questa stagione ha già incassato 8 sconfitte, più di quelle accumulate dai blaugrana nelle ultime due stagioni (solo 6). Ma davvero non ci sono speranze per il Milan? E soprattutto, c’è una ricetta per sconfiggere Messi e compagni?

DUE KO AGLI ANTIPODI QUEST’ANNO. Quest’anno il Barcellona ha perso solo due volte, in due match letteralmente agli antipodi. Era il 29 agosto quando Tito Villanova perdeva 2-1 la personale sfida contro il Real di Mourinho, bravo a impostare una gara d’attacco per ribaltare il 3-2 della partita d’andata con cui la Supercoppa del Re aveva preso la strada di Barcellona. Il merito dello Special One fu quello di non far fare gioco per almeno un tempo agli ospiti, appannando la regia mentale di Iniesta e Xavi, e di spingere sull’acceleratore decidendo la partita già nella prima mezz’ora, con i due gol di Higuain e Ronaldo e l’espulsione di Adriano. Più di due mesi dopo, ecco la seconda sconfitta, quella in casa del Celtic. Un match strano, maledetto per il Barça almeno quanto eroico sul fronte scozzese, barricato dietro al pallone per quasi tutta la partita e lesto nel trovare i due gol su calcio da fermo (Wanyama) e su ripartenza rapida (Watt, seppur favorito da un liscio clamoroso di Xavi). Per il Celtic una vittoria tutta cuore e sudore, favorita dall’impatto del pubblico e, indubbiamente, dall’occhio amico della dea Fortuna, con quell’84 per cento di possesso palla sul tabellino del Barça che ancora chiede giustizia.

POCHE (MA PESANTI) SCONFITTE. Simile strategia si trovò ad usare Roberto Di Matteo col suo Chelsea, e così torniamo alla scorsa stagione, seppur le barricate dei Blues nella semifinale d’andata furono decisamente più mobili, con qualche tentativo di creare pericoli del Celtic di quest’anno. Ma il match si decise in maniera simile: l’estenuante tiki-taka catalano non riuscì mai ad addormentare la difesa di Cech, e un fulmineo contropiede partito da un pallone rubato a centrocampo mandò in rete Drogba.
Uguale fu la vittoria del Getafe in campionato: occasioni a non finire per i catalani, il portiere Moyà diventa superman e il colpo di testa di Valera da corner gela Guardiola. Se la sconfitta con l’Osasuna ebbe poi del rocambolesco, anche un anno fa a tener testa al Barça fu solo il Real, incrociato in Campionato, Coppa e Supercoppa e vittorioso solo una volta, 2-1, proprio al Camp Nou.

VIE DI MEZZO. Pochi ko, da cui però si possono trarre alcuni elementi interessanti. Il Barça è una corazzata, ma un lumicino di speranze cui aggrapparsi per il Milan c’è. Montolivo, Boateng ed El Shaarawy valgono meno di Cristiano Ronaldo, Ozil e Benzema, ma certo più di Samaras, Hooper e Commons. L’aggressività di Mourinho difficile riesca ad entrare totalmente nelle corde del gruppo di Allegri, così come il cuore scozzese della banda di Lennon. Ma una giusta via di mezzo si può provare, puntando su un gruppo che pian piano si sta plasmando.

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@LeleMichela

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