IL NULLA

Di Caterina Giojelli
25 Novembre 2004
La Lecciso, che angoscia

La Lecciso, che angoscia, uno ci prova a censurarla, a non nominarla, a far finta che non esista (non che si pensi che una povera rubriketta da settimanale a zona giaccia immortale a beneficio dei posteri, ma volete mettere la dignità personale?), eppure è lei il fenomeno da baraccone (o tormentone) delle ultime settimane. E maledetto il giorno che sbarcò, armata di gemella, ai “Raccomandati”: un duetto di canotti traballanti e crollò la filosofia televisiva. Una data storica, l’inizio di una nuova era. Se prima era tutto un pullulare – discutibile – di gare di canto, ballo, bellezza, comicità, verve e seduzione, se prima erano “Zelig”, “Veline”, “Amici”, “Uomini e donne”, fattorie, isole e beauty farm, competizioni in forza di ciò che hai meglio e più di tutti, oggi sono loro, il Nulla. Nome: Loredana e Raffaella Lecciso. Segni distintivi: completa negazione per canto, ballo, dialogo, pensiero, sprovviste alla nascita di bellezza, simpatia, senso della realtà. La mission: suscitare un putiferio di share, annichilire Stefano Zecchi, basire Cesare Lanza (rispettivamente ospite e autore di “Domenica In”). Irridere i Costantini Vitaliani made in Mediaset, ricoverare per travaso di bile la De Filippi che non le ha inventate, avere un posto nel dizionario dei neologismi alla voce “trash”: spazzatura, like Lecciso. Michael Ende ci scrisse un best seller sul Nulla che avanza, e per normalizzare il rapporto sogno/realtà aveva invocato un’alleanza tra un bimbo Bastian reale e un fanciullo Atreyu fantastico. Per la Germania fu il film più costoso, per l’autore un aborto completo, e la storia cadde nell’oblio. 20 anni dopo, frutto di chissà che fantasia, ecco le Lecciso: il Nulla avanza, il Nulla si genera.

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