Il Papa non si dimette (e fa bene)

Di Gianni Baget Bozzo
04 Luglio 2002
Si comprende che dietro al rifiuto di dare le dimissioni, di Giovanni Paolo II vi sono vere ragioni

Si comprende che dietro al rifiuto di dare le dimissioni, di Giovanni Paolo II vi sono vere ragioni. Il Papa è successore di Pietro a titolo personale; il primato è annesso alla carica di vescovo di Roma: il potere papale è un vero potere episcopale come afferma il Vaticano I, ma il primato di Pietro che scende sulla persona del Papa ha un ruolo diverso dal potere del vescovo di Roma: è il primato nella Chiesa universale. II cardinale Ratzinger sia in atti della Congregazione che in scritti personali ha mostrato la trascendenza della comunione universale rispetto alle chiese locali; le chiese locali ricevono la loro identità di chiesa dalla Chiesa universale, di cui Pietro è il centro. Il concetto cattolico del primato papale, che si è elaborato nei secoli, fa del Papa romano una figura unica. Pietro sulla terra è la continuità tra la comunione universale, che è la Gerusalemme celeste, e la comunione universale che è la Chiesa storica. È questa dottrina che definisce il cattolicesimo romano e che ha reso impossibile ogni apertura delle altre chiese ad una dottrina del primato che ha questa forma. Giovanni Paolo II sente questa dimensione del primato petrino ed il suo valore di fondamento attuale della chiesa universale, il carisma petrino è il dono divino personale di successore di Pietro. Se qualcosa distingue il pontificato di Giovanni Paolo II è la sua volontà di restaurare il primato pontificio, scosso dalla collegialità scritta nella Costituzione del Vaticano secondo e delle letture che ne erano state date.
Si è posto contro la lettura sinodale del Papato, contro la riduzione del papato al solo episcopato romano. Con i suoi pellegrinaggi egli è stato vescovo in tutte le diocesi, cui il primato dà la forma della Chiesa universale. Giovanni Paolo può essere avvicinato a papa Leone I. Gregorio VII, Innocenzo III, Bonifacio VIII, ai Papi che esaltarono il ruolo del papato. Ed è per questo egli vuole che sia Dio, non l’uomo, a sciogliere il vincolo tra la sua persona ed il suo ufficio richiamando a Sé la sua anima. Solo allora il carisma petrino diverrà veramente vacante.

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